Dalla Terza Categoria alla Serie A, passando per Eccellenza, Serie D, C2 e Serie B.
Un lungo cammino per il ragazzo di Melito Porto Salvo che ieri ha finalmente coronato il sogno di far gol alla squadra che non l'ha mai voluto, la Reggina. Eppure Fabio a Reggio sarebbe andato a giocare anche a piedi.
Vado con ordine, quando Caserta giocava a Barcellona Pozzo di Gotto è stato più volte offerto alla Reggina, ricordo ancora quante persone si sono mosse per far approdare Fabio nella squadra della sua città, eppure la società di Via delle Industrie non l'ha mai considerato trattandolo come un giocatore di quarta serie che mai avrebbe cavalcato i campi dei calcio che conta.
Il Presidente Pulvirenti lo portò a Catania dove Caserta mise in mostra tutto il suo valore. Fu un colpo al cuore per Lillo Foti che capì di aver commesso un grosso errore.
Intanto il ragazzo di Melito si guadagnava gli applausi della platea con giocate spettacolari, le sue esibizioni non passarono inosservate al Presidente Zamparini che lo portò a Palermo. Poi Lecce, Atalanta e Cesena sempre in Serie A. Dall'anno scorso Fabio Caserta indossa la maglia della Juve Stabia in Serie B.
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mercoledì 31 ottobre 2012
FABIO CASERTA, UN CAMPIONE DENTRO E FUORI DAL CAMPO
Dalla Terza Categoria alla Serie A, passando per Eccellenza, Serie D, C2 e Serie B.
Un lungo cammino per il ragazzo di Melito Porto Salvo che ieri ha finalmente coronato il sogno di far gol alla squadra che non l'ha mai voluto, la Reggina. Eppure Fabio a Reggio sarebbe andato a giocare anche a piedi.
Vado con ordine, quando Caserta giocava a Barcellona Pozzo di Gotto è stato più volte offerto alla Reggina, ricordo ancora quante persone si sono mosse per far approdare Fabio nella squadra della sua città, eppure la società di Via delle Industrie non l'ha mai considerato trattandolo come un giocatore di quarta serie che mai avrebbe cavalcato i campi dei calcio che conta.
Il Presidente Pulvirenti lo portò a Catania dove Caserta mise in mostra tutto il suo valore. Fu un colpo al cuore per Lillo Foti che capì di aver commesso un grosso errore.
Intanto il ragazzo di Melito si guadagnava gli applausi della platea con giocate spettacolari, le sue esibizioni non passarono inosservate al Presidente Zamparini che lo portò a Palermo. Poi Lecce, Atalanta e Cesena sempre in Serie A. Dall'anno scorso Fabio Caserta indossa la maglia della Juve Stabia in Serie B.
Nonostante il grande schermo Fabio non ha perso l'umiltà che l'ha contraddistinto fin da quando era un ragazzo: ogni estate partecipa ai tornei di calcetto che si disputano a Melito. Fabio è amico di tutti, e dopo ogni partita torna nella sua Melito dove è molto apprezzato.
Molti di noi a Melito sognavamo di fare i calciatori, Fabio ce l'ha fatta, è riuscito ad arrivare in Serie A grazie ai suoi piedi vellutati ma anche alla sua tenacia che gli ha permesso di non mollare nei momenti più difficili della sua carriera come l'esperienza negativa al CremaPergo o ai primi anni di Igea Virtus.
Il paradosso è che Caserta ha raggiunto la Serie A con maglie diverse da quelle della sua città, un dato che ai più potrebbe sembrare irrilevante. Sicuramente non passa inosservato a me che seguo il calcio a 360° e comprendo benissimo che alla Reggina regna da sempre l'incompetenza. Ragion per cui è veramente difficile emergere in un ambiente come il Sud dove si gioca per raccomandazioni, vedi Barillà e Missiroli, o dove gli allenatori non hanno la preparazione necessaria per insegnare calcio.
Anche io, come Fabio, sono tifoso della Reggina, purtroppo però, la Reggina non esiste più, galleggia nella mani di un presidente che ci ha fatto perdere la passione, la speranza, le ambizioni, e non me ne vogliano i tifosi amaranto, ieri al gol di Caserta ho avvertito un brivido di soddisfazione, una rivincita che come Caserta attendevo da anni.
Il calcio a Reggio è finito, tutto questo grazie a Lillo Foti che da buon commerciante ha indossato i panni di Presidente facente funzioni senza un briciolo di competenza o preparazione calcistica.
Rosario Ligato
Un lungo cammino per il ragazzo di Melito Porto Salvo che ieri ha finalmente coronato il sogno di far gol alla squadra che non l'ha mai voluto, la Reggina. Eppure Fabio a Reggio sarebbe andato a giocare anche a piedi.
Vado con ordine, quando Caserta giocava a Barcellona Pozzo di Gotto è stato più volte offerto alla Reggina, ricordo ancora quante persone si sono mosse per far approdare Fabio nella squadra della sua città, eppure la società di Via delle Industrie non l'ha mai considerato trattandolo come un giocatore di quarta serie che mai avrebbe cavalcato i campi dei calcio che conta.
Il Presidente Pulvirenti lo portò a Catania dove Caserta mise in mostra tutto il suo valore. Fu un colpo al cuore per Lillo Foti che capì di aver commesso un grosso errore.
Intanto il ragazzo di Melito si guadagnava gli applausi della platea con giocate spettacolari, le sue esibizioni non passarono inosservate al Presidente Zamparini che lo portò a Palermo. Poi Lecce, Atalanta e Cesena sempre in Serie A. Dall'anno scorso Fabio Caserta indossa la maglia della Juve Stabia in Serie B.
Nonostante il grande schermo Fabio non ha perso l'umiltà che l'ha contraddistinto fin da quando era un ragazzo: ogni estate partecipa ai tornei di calcetto che si disputano a Melito. Fabio è amico di tutti, e dopo ogni partita torna nella sua Melito dove è molto apprezzato.
Molti di noi a Melito sognavamo di fare i calciatori, Fabio ce l'ha fatta, è riuscito ad arrivare in Serie A grazie ai suoi piedi vellutati ma anche alla sua tenacia che gli ha permesso di non mollare nei momenti più difficili della sua carriera come l'esperienza negativa al CremaPergo o ai primi anni di Igea Virtus.
Il paradosso è che Caserta ha raggiunto la Serie A con maglie diverse da quelle della sua città, un dato che ai più potrebbe sembrare irrilevante. Sicuramente non passa inosservato a me che seguo il calcio a 360° e comprendo benissimo che alla Reggina regna da sempre l'incompetenza. Ragion per cui è veramente difficile emergere in un ambiente come il Sud dove si gioca per raccomandazioni, vedi Barillà e Missiroli, o dove gli allenatori non hanno la preparazione necessaria per insegnare calcio.
Anche io, come Fabio, sono tifoso della Reggina, purtroppo però, la Reggina non esiste più, galleggia nella mani di un presidente che ci ha fatto perdere la passione, la speranza, le ambizioni, e non me ne vogliano i tifosi amaranto, ieri al gol di Caserta ho avvertito un brivido di soddisfazione, una rivincita che come Caserta attendevo da anni.
Il calcio a Reggio è finito, tutto questo grazie a Lillo Foti che da buon commerciante ha indossato i panni di Presidente facente funzioni senza un briciolo di competenza o preparazione calcistica.
Rosario Ligato
martedì 30 ottobre 2012
LA NUOVA TENDENZA DELLA DIFESA A 3
Dopo Napoli, Juventus e Inter stasera a Palermo anche il Milan ha schierato la difesa a 3, una moda che per molti rappresenta un nuovo modello vincente, in realtà il 3 - 5 - 2 non è altro che uno schema prettamente difensivo adottato da sempre dalle squadre più deboli per compensare l'enorme gap tecnico contro le squadre di un certo livello.
Purtroppo in Italia il livello si è abbassato di molto, la qualità è carente, le big non esistono più, e dunque parlare di un modello vincente sarebbe un paradosso.E' vero che la Juventus non perde da 48 giornate, ma è anche vero che il campionato italiano ha avuto una costante perdita di quei valori tecnici che in passato potevamo ammirare, non esistono più infatti le corazzate, i campioni sono andati a giocare all'estero, vedasi Del Piero, Eto'o, Ibrahimovic, Maicon, T. Silva, Seedorf, Lavezzi, Kaka, Balotelli.
LA NUOVA TENDENZA DELLA DIFESA A 3
Dopo Napoli, Juventus e Inter stasera a Palermo anche il Milan ha schierato la difesa a 3, una moda che per molti rappresenta un nuovo modello vincente, in realtà il 3 - 5 - 2 non è altro che uno schema prettamente difensivo adottato da sempre dalle squadre più deboli per compensare l'enorme gap tecnico contro le squadre di un certo livello.
Purtroppo in Italia il livello si è abbassato di molto, la qualità è carente, le big non esistono più, e dunque parlare di un modello vincente sarebbe un paradosso.E' vero che la Juventus non perde da 48 giornate, ma è anche vero che il campionato italiano ha avuto una costante perdita di quei valori tecnici che in passato potevamo ammirare, non esistono più infatti le corazzate, i campioni sono andati a giocare all'estero, vedasi Del Piero, Eto'o, Ibrahimovic, Maicon, T. Silva, Seedorf, Lavezzi, Kaka, Balotelli.
In Italia a fare la differenza sono rimasti in pochi: Totti, Cavani, Pirlo, ragion per cui la tendenza della difesa a 3 è una conseguenza di una pochezza tecnica che è passata da sensazione a realtà.
Le squadre italiane sono costruite per difendere e ripartire, proprio come tanti anni fa, la costruzione del gioco è un optional, la ricerca del possesso palla stile blaugrana è roba vedere solo in televisione nei campionati esteri.
Il paragone può essere fatto con le più forti squadre europee, nessuna di queste gioca con 3 difensori centrali, tutte le big si basano su una solida difesa composta da 4 giocatori disposti a zona, dove gli esterni bassi si alzano in continuazione innescando dinamiche di superiorità numerica nelle zone pericolose del campo. Dal centrocampo in avanti la manovra è libera ma sempre proiettata all'offesa, al possesso palla, alla ricerca dell'ampiezza e della profondità.
Il 3 - 5 - 2 è un modulo prettamente difensivo dove i 2 esterni di centrocampo in fase difensiva si abbassano formando una linea di 5 giocatori, senza contare il mediano disposto davanti alla difesa che funge da filtro a protezione della terza linea.
Questo modulo è valido per squadre che hanno in rosa elementi di poca qualità, ma è improponibile utilizzarlo per vincere in Europa, la dimostrazione è data dalla Juventus che in Champions non è riuscita a vincere nemmeno contro la modesta squadra del Nordsjaelland.
Il cambio modulo del Milan è un chiaro esempio di una squadra che cerca di mascherare i propri difetti cercando di difendersi con più uomini tenendo il baricentro basso a attaccando con pochi uomini, stessa cosa che è successa mesi prima all'Inter di Stramaccioni che è ricorsa alla difesa a 3/5 per cambiare rotta.
Il nuovo corso del calcio italiano è questo, non per un modello o una tendenza vincente sia chiaro, ma per una necessità tattica che dopo la fuga dei numerosi talenti è diventata necessaria.
lunedì 29 ottobre 2012
PASSAGGIO, RICEZIONE, CONTROLLO......
E' inutile passare ore e ore a insegnare i movimenti, le diagonali difensive, l' elastico difensivo, i tagli, le sponde, le linee di gioco, ecc., se i giocatori non hanno la padronanza dellatecnica dei fondamentali per :
1 fare un passaggio corto o lungo che sia...con precisione,
2 ricevere un passaggio e quindi controllare il pallone,
3 smarcarsi con i tempi e soprattutto negli spazi giusti.
Devi far capire ai giocatori, qualunque ruolo occupano in campo, che per migliorare il passaggio, il controllo e lo smarcamento, l'attenzione e la concentrazione dei giocatori che ci devono
mettere verso questi 3 gesti, risulta fondamentale già a partire dall'allenamento settimanale.
Solo dopo aver fatto comprendere per bene questi concetti ai tuoi giocatori potrai iniziare ad approfondire la costruzione di gioco e il resto.
Bene, nella speranza che io sia stato chiaro e comprensibile, vi auguro una buona giornata.
PASSAGGIO, RICEZIONE, CONTROLLO......
E' inutile passare ore e ore a insegnare i movimenti, le diagonali difensive, l' elastico difensivo, i tagli, le sponde, le linee di gioco, ecc., se i giocatori non hanno la padronanza dellatecnica dei fondamentali per :
1 fare un passaggio corto o lungo che sia...con precisione,
2 ricevere un passaggio e quindi controllare il pallone,
3 smarcarsi con i tempi e soprattutto negli spazi giusti.
Devi far capire ai giocatori, qualunque ruolo occupano in campo, che per migliorare il passaggio, il controllo e lo smarcamento, l'attenzione e la concentrazione dei giocatori che ci devono
mettere verso questi 3 gesti, risulta fondamentale già a partire dall'allenamento settimanale.
Solo dopo aver fatto comprendere per bene questi concetti ai tuoi giocatori potrai iniziare ad approfondire la costruzione di gioco e il resto.
Bene, nella speranza che io sia stato chiaro e comprensibile, vi auguro una buona giornata.
domenica 28 ottobre 2012
PASSAGGIO ALL'INDIETRO, UN SEGNALE PER LE PUNTE
Il passaggio all'indietro durante il possesso palla in una partita di calcio, si usa principalmente quando si è chiusi in una certa zona di campo: di solito nelle zone laterali oppure quando si vuole
evitare la trappola del fuorigioco.
Il passaggio all'indietro, che viene effettuato dal giocatore in possesso della palla al giocatore che sta a sostegno, è un SEGNALE (tempo di gioco) per gli altri compagni che in questo modo sapranno che la palla sarà calciata di prima e non di seconda, cioè stop e passaggio.
PASSAGGIO ALL'INDIETRO, UN SEGNALE PER LE PUNTE
Il passaggio all'indietro durante il possesso palla in una partita di calcio, si usa principalmente quando si è chiusi in una certa zona di campo: di solito nelle zone laterali oppure quando si vuole
evitare la trappola del fuorigioco.
Il passaggio all'indietro, che viene effettuato dal giocatore in possesso della palla al giocatore che sta a sostegno, è un SEGNALE (tempo di gioco) per gli altri compagni che in questo modo sapranno che la palla sarà calciata di prima e non di seconda, cioè stop e passaggio.
Per esempio:
se la palla si trova a fondo del campo ed avviene il passaggio all'indietro verso il sostegno: SEGNALE
i giocatori che si trovano nei pressi dell'area di rigore sapranno che la palla sarà crossata di prima intenzione dal sostegno verso l'area di rigore: quindi si dovranno preparare per smarcarsi formando il triangolo di attacco e cioè:
un giocatore va sul primo palo, l'altro va sul secondo palo e il terzo si mette sul dischetto del rigore a formare il vertice del triangolo.
In questa particolare situazione e anche in quella che si utilizzerà per evitare la trappola del fuorigioco, il giocatore a sostegno che riceve la palla, non dovrà stoppare la palla, ma dovrà
calciare la palla di prima intenzione in maniera da cogliere la impreparata o sul tempo la difesa avversaria nel momento in cui per esempio è disattenta o si sta alzando per guadagnare tempo e spazio.
Nel momento in cui avviene il passaggio all'indietro (in questo preciso momento) i giocatori senza palla che stanno partecipando a questa azione si devono smarcare in profondità col tempo giusto in modo da non andare in fuorigioco con corse in diagonale e tagli ad entrare o ad uscire a seconda
di dove si trova la palla.
sabato 27 ottobre 2012
venerdì 26 ottobre 2012
LA COSTRUZIONE DEL GIOCO DEL DIFENSORE
Secondo te il difensore deve saper anche costruire?
Questa è una delle domande che si fanno la maggior parte degli allenatori che allenano nei dilettanti.
Prima di tutto occorre fare una distinzione tra i difensori esterni e quelli centrali. Naturalmente i due ruoli impongono caratteristiche tecnico-tattiche diverse tra di loro.
Per esempio chi agisce sulle corsie esterne oltre ad avere caratteristiche diverse ha anche compiti difensivi e offensivi diversi.
Certo se tu allenassi nei professionisti la mia risposta alla domanda iniziale sarebbe SI, i difensori devono anche saper impostare un'azione di costruzione.
Ma mi rendo conto che nei dilettanti, soprattutto dalla promozione in giù è difficile trovare giocatori tecnicamente bravi da chiedere loro di impostare l'azione a partire dalla rimessa del portiere.
Diverso discorso invece se si allena nel settore giovanile, qui è d'obbligo allenare i difensori sulla tecnica di base e insegnargli ad aver coraggio a costruire l'azione si dall'inizio.
Una volta non era così, mi ricordo le indicazioni di alcuni allenatori "vecchio stampo" il quale obbligavano i difensori a calciare la palla il più lontano possibile, oggi mi auguro che nel settore giovanile ciò non accada più.
Di solito tra i difensori, quelli che devono avere più sviluppato il bagaglio tecnico sono gli esterni perché sono quelli che di solito partecipano di più sia alla fase di costruzione che offensiva.
Comunque vada nella scelta di questi giocatori e nell'allenarli, l'abilità principale che devono avere è quella di saper marcare prima di tutto, il che vuol dire che devono essere bravi nell'uno contro uno, devono saper posizionarsi rispetto all'avversario, al compagno, alla palla e alla porta che stanno difendendo, devono saper temporeggiare posizionandosi tra palla e porta, devono saper posizionare bene il loro corpo rispetto alla situazione che stanno affrontando cercando di indirizzare l'avversario verso una zona di campo poco pericolosa, insomma devono possedere una buona Tattica
individuale.
Per migliorare i difensori sia in fase difensiva che di costruzione occorre intervenire fin da subito, sin da quando si allenano i pulcini attraverso esercitazioni e giochi che abituino la mente dei bambini a marcare subito nel momento in cui si perde palla, poi quando saranno più grandi verranno gli altri accorgimenti tattici.
Parlo di pulcini, ma a volte questa abitudine mentale sarebbe da allenare anche ai più grandi in quanto molte volte accade che durante un'azione sono attratti più dal pallone, che dall'avversario che gli è partito alle spalle.
E' importante allenare i giocatori nelle svariate situazioni di gioco che possono capitare in partita, perché un conto è affrontare un avversario in un uno contro uno nella zona centrale del campo a
metà campo e un altro conto è affrontarlo nei pressi dell'area di rigore.
Come è diverso affrontare un avversario nella zona centrale invece che sulla fascia. E cambia tutto se l'avversario è girato di spalle o se sta controllando la palla in aria oppure a terra oppure se ti sta puntando o se si sta smarcando con un corto lungo o un lungo corto.
Quello che è importante è dedicare tutto il tempo necessario affinchè i tuoi difensori imparino tutto quello che sta alla base della tattica individuale, infatti sapere marcare e saper chiudere
i movimenti di taglio o di penetrazione dell'avversario senza palla è determinante per poter avere una difesa impenetrabile.
Senza dimenticare di allenare i giocatori nel gioco aereo, che è una fase di gioco molto importante da non trascurare assolutamente nelle sedute di allenamento a cominciare da questa
settimana.
LA COSTRUZIONE DEL GIOCO DEL DIFENSORE
Secondo te il difensore deve saper anche costruire?
Questa è una delle domande che si fanno la maggior parte degli allenatori che allenano nei dilettanti.
Prima di tutto occorre fare una distinzione tra i difensori esterni e quelli centrali. Naturalmente i due ruoli impongono caratteristiche tecnico-tattiche diverse tra di loro.
Per esempio chi agisce sulle corsie esterne oltre ad avere caratteristiche diverse ha anche compiti difensivi e offensivi diversi.
Certo se tu allenassi nei professionisti la mia risposta alla domanda iniziale sarebbe SI, i difensori devono anche saper impostare un'azione di costruzione.
Ma mi rendo conto che nei dilettanti, soprattutto dalla promozione in giù è difficile trovare giocatori tecnicamente bravi da chiedere loro di impostare l'azione a partire dalla rimessa del portiere.
giovedì 25 ottobre 2012
COSA DEVO FARE SE.......
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SUL CROSS O SU CALCIO D'ANGOLO: COSA DEVE FARE************************************************
Se l'attaccante parte da fuori area è bene che il difensore stia staccato da lui circa 1,5 metri.
Questo trucco lo si applica perchè in questa maniera si riesce a seguirlo con il tempo e la velocità giusta e quindi si riesce a marcarlo in modo corretto quando questi decide di entrare in area.
COSA DEVO FARE SE.......
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SUL CROSS O SU CALCIO D'ANGOLO: COSA DEVE FARE************************************************
Se l'attaccante parte da fuori area è bene che il difensore stia staccato da lui circa 1,5 metri.
Questo trucco lo si applica perchè in questa maniera si riesce a seguirlo con il tempo e la velocità giusta e quindi si riesce a marcarlo in modo corretto quando questi decide di entrare in area.
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Cos'altro deve fare il difensore in questa situazione di partenza?
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1 Si deve collocare sempre tra la porta e l'avversario
2 deve sempre tenere sotto controllo con gli occhi sia la palla che l'avversario
3 deve posizionarsi con il corpo e le gambe in maniera da essere in vantaggio nel caso in cui l'avversario decida di entrare in area di rigore con uno scatto fulmineo
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Una volta che parte il cross, il difensore cosa deve fare?
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4 deve anticipare le mosse dell'avversario e partire nello stesso momento che parte lui. Se dovesse partire con una frazione di ritardo, non riuscirebbe più a fermarlo e il danno sarebbe fatto.
5 quando l'avversario entra nel suo raggio di azione (area di rigore) deve sentirlo con le mani,toccarlo in maniera corretta.
6 deve rimanere sempre nella posizione giusta e cioè tra avversario e la porta prendendo una giusta presa di posizione
7 deve sempre tenere sotto controllo sia la palla che l'avversario che sta cercando di fare goal.
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Due sono gli obiettivi che deve raggiungere il difensore:
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1) prendere la palla prima che l'avversario la colpisca oppure
2) non farla colpire all'avversario in maniera corretta
Tutto qui!! Questo è l'unico obiettivo che il difensore deve raggiungere tutte le volte che c'è un calcio da fermo.
Sta comunque all'allenatore insegnargli come fare attraverso la tattica individuale in fase difensiva
martedì 23 ottobre 2012
SVILUPPO DEL GIOCO
Ciao, come sai, la costruzione dell'azione ha inizio quando la palla viene conquistata:nella nostra zona difensiva, oppure, nella zona di centrocampo o nella zona assist.
Lo sviluppo di una azione offensiva varia notevolmente a seconda delle zone del campo o dei settori in cui essa viene sviluppata.
C'è differenza, ad esempio, tra fare uno scorrimento di palla nella zona d'attacco per linee orizzontali o farlo nei pressi dell'area di difesa; siamo tutti concordi nel dire che farlo nel reparto
difensivo si correranno dei rischi di cui, alla fine, potremmo subire delle conseguenze negative.
SVILUPPO DEL GIOCO
Ciao, come sai, la costruzione dell'azione ha inizio quando la palla viene conquistata:nella nostra zona difensiva, oppure, nella zona di centrocampo o nella zona assist.
Lo sviluppo di una azione offensiva varia notevolmente a seconda delle zone del campo o dei settori in cui essa viene sviluppata.
C'è differenza, ad esempio, tra fare uno scorrimento di palla nella zona d'attacco per linee orizzontali o farlo nei pressi dell'area di difesa; siamo tutti concordi nel dire che farlo nel reparto
difensivo si correranno dei rischi di cui, alla fine, potremmo subire delle conseguenze negative.
Per comprendere meglio le varie fasi di costruzione dividiamo il campo in 6 settori orizzontali.
zona difensiva A B
zona di centrocampo basso C
zona di centrocampo alto D
zona offensiva E F
Se volessimo far iniziare l'azione dalla zona difensiva A e B, per esempio con il portiere che da la palla ad uno dei 4 difensori, dobbiamo tenere conto che nel caso di perdita del pallone (in questo settore) si può correre un grande rischio.
Se vogliamo iniziare l'azione dalla zona difensiva occorre che:
1 I difensori che ricevono la palla non devono essere pressati dall'avversario,
2 I difensori possiedano una buona tecnica e una buona personalità.
Altrimenti è meglio scegliere un settore di inizio azione diverso da questo.
Ad esempio,si potrebbe lavorare sul rinvio lungo della palla (difensori o portiere) e sul recupero successivo del pallone con la difesa e il centrocampo che sale e che va a sostegno
dell'azione.
Un'altra considerazione da fare è quella di analizzare le caratteristiche della squadra avversaria: se questa mi pressa subito (pressing ultra offensivo) non posso rischiare il mio inizio azione dal basso.
L' azione che non inizia dal basso ha il vantaggio di creare minor rischio per la squadra (si evita il pressing avversario), si guadagna spazio in minor tempo e, quindi, ci si trova subito in fase offensiva.
Inoltre, ciò può comportare un minor dispendio di energie da parte di tutta la squadra.
Se invece si decidesse d'iniziare l'azione dalla zona difensiva è preferibile che i difensori riescano ad essere serviti dal loro portiere nella zona B.
Mentre sia i laterali che i centrocampisti possono trovare difficoltà a creare azioni in questo settore, in quanto possono essere soggetti a pressioni centrali o laterali (pressing ad invito) che determinano
la perdita della palla in una zona molto pericolosa.
lunedì 22 ottobre 2012
venerdì 19 ottobre 2012
giovedì 18 ottobre 2012
mercoledì 17 ottobre 2012
ASSOCIAZIONE ALLENATORI PIEMONTE
E’ nata l’ASSOCIAZIONE ALLENATORI PIEMONTE per contribuire fattivamente e con modalità del tutto nuove alla crescita, alla formazione ed all’aggiornamento ed al miglioramento delle condizioni professionali della categoria nonché per intensificarne il senso di appartenenza e lo spirito di “ SQUADRA”, attraverso il perseguimento di mirati e qualificati obiettivi. Ne elenchiamo solo alcuni:
- Abolizione dei corsi speciali e ad invito;
- Introduzione del principio del concorso per titoli ed esami per l’accesso ai corsi;
- Incremento della quota spettante agli allenatori operanti nei dilettanti nell’accesso al corso di seconda categoria elevando la soglia al 50%;
ASSOCIAZIONE ALLENATORI PIEMONTE
E’ nata l’ASSOCIAZIONE ALLENATORI PIEMONTE per contribuire fattivamente e con modalità del tutto nuove alla crescita, alla formazione ed all’aggiornamento ed al miglioramento delle condizioni professionali della categoria nonché per intensificarne il senso di appartenenza e lo spirito di “ SQUADRA”, attraverso il perseguimento di mirati e qualificati obiettivi. Ne elenchiamo solo alcuni:
- Abolizione dei corsi speciali e ad invito;
- Introduzione del principio del concorso per titoli ed esami per l’accesso ai corsi;
- Incremento della quota spettante agli allenatori operanti nei dilettanti nell’accesso al corso di seconda categoria elevando la soglia al 50%;
- Abrogazione del titolo di gratuità contenuto nel contratto;
- Finestra per allenatori esonerati: entro Dicembre cambiando categoria o girone.
Allo stesso tempo, considerato il codice deontologico, vigilerà con attenzione su qualsiasi fenomeno illegale ed equivoco: Sponsor, abusivismo, ricorso al prestanome, mercato, intervenendo con la denuncia in modo tempestivo, chiaro ed intransigente.
Avere a disposizione una sede ci consentirà di godere delle seguenti opportunità:
- Possedere finalmente un luogo proprio dove tutti gli allenatori possano incontrarsi, conoscersi e socializzare le proprie esperienze;
- Allestire un centro studi dotandosi di biblioteca, emeroteca ,videoteca ed altri strumenti didattici per incrementare il bagaglio di competenze professionali;
- Poter organizzare incontri e seminari di studio e di approfondimento sulle varie problematiche della professione;
- Praticare e sperimentare attraverso il confronto, il dibattito e la libera circolazione di idee una moderna ed alternativa modalità di
“ FARE ASSOCIAZIONE”, più attiva, democratica e condivisa.
CODICE DEONTOLOGICO DEI TECNICI ISCRITTI ALL’A.A.P.
Qualunque siano la categoria, il settore ed il progetto sportivo si impegnano a:
- Osservare e fare osservare i principi etico - morali e le norme dello statuto;
- Tutelare e valorizzare il potenziale umano tecnico, tattico e fisico della società per cui sono tesserati;
- Promuovere tra i calciatori la conoscenza delle norme regolamentari, tecniche e sanitarie;
- Far diventare ogni gara, indipendentemente dalla posta in palio e la rilevanza dell’avvenimento un momento di sano e leale confronto agonistico;
- Rispettare, fare rispettare ed agevolare il lavoro delle istituzioni, dei colleghi, dei dirigenti, degli avversari, nonché di tutti gli addetti ai lavori;
- Costruire un rapporto sano con le tifoserie e prodigarsi affinché queste vivano la gara in modo equilibrato e rispettoso;
- Accettare serenamente le decisioni arbitrali;
- Rifuggire la violenza e la prepotenza e ad adoperarsi per contribuire a fare sempre più affermare nell’ambiente i valori della legalità e della trasparenza;
- Non perseguire inganni e scorciatoie per ottenere il successo;
- Cercare la vittoria attraverso il miglioramento delle capacità dei singoli e della squadra con l’impegno e l’applicazione del lavoro quotidiano degli allenamenti;
- Aggiornare, approfondire ed elevare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze con lo studio, la formazione e l’aggiornamento continui;
- Porsi in ogni circostanza ed avvenimento come modello positivo di riferimento praticando i valori del rigore morale e dell’equilibrio emotivo- relazionale, specie se opera nei settori giovanili;
- Educare a saper sopportare il peso della vittoria come quello della sconfitta.
Il sottoscritto…………………………………………………, nato a …………………………………………,
allenatore di…………………….., n°tessera…………………, , presa visione e condividendo in pieno il codice deontologico chiede l’iscrizione alla AAP per l’anno 2013-2014.
Recapiti personali: Firma
- Telefono:
- Mail:
- Indirizzo:
Mandare copia dell'iscrizione all'indirizzo E-Mail rosarioligato@gmail.com
prossimamente si procederà col tesseramento.
Grazie della Collaborazione.
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