L'anno si è concluso, per molti bene, per molti male, c'è chi vuole gettarlo nel dimenticatoio, chi invece vorrebbe conservarlo nel cuore per aver conosciuto un grande amore o aver trovato un lavoro, raggiunto obiettivi fantastici o aver sbancato la dea bendata.
Oggettivamente è stato un anno disastroso dal punto di vista economico, il governo Berlusconi ha negato l'esistenza di una crisi generata nel tempo, portando il paese in una situazione drammatica e catastrofica.
L'Italia è letteralmente fallita, forse sarebbe meglio dividerla come vorrebbe Bossi, il Nord si terrebbe le fabbriche, la nebbia, i delinquenti italiani e stranieri e il senso civico, il Sud si terrebbe la disoccupazione, il sole, l'aria pulita e la mentalità mafiosa.
Oggi però, non è il momento di fare vittimismo o disfattismo, bisogna accogliere il nuovo anno con l'augurio che possa essere migliore di quello che ci ha appena lasciato. Ognuno spera di ottenere il meglio che questa vita può regalare, salute, soldi, sesso e successo direbbe qualcuno, in realtà se potessimo chiedere al cielo qualcosa di reale e concreto chiederemmo salute, pace, amore e tranquillità.
Purtroppo però, la vita non è una partita di carte, e tutto quello che ci attende fa parte dell'ignoto. Qualcuno pensa che il nostro destino sia già scritto da qualche parte, in realtà il nostro destino ce lo costruiamo ogni giorno, è dentro di noi e sta a noi dettare le linee guida della nostra vita, saranno i dettagli a variare, ma la cornice che ci circonda non cambierà di una virgola.
Per me è stato un 2011 terribilmente difficile, dopo tanti sacrifici ho ottenuto il lavoro che volevo e la squadra che volevo, di contro ho perso persone a me vicine e il vuoto che mi hanno lasciato non si colmerà nel giro poco tempo.
Cosa mi aspetto dal nuovo anno, una richiesta semplice da dire ma difficile da ottenere, vorrei equità a tutti i livelli, vorrei che nessuno morisse di fame e di sete, mi piacerebbe che ogni persona al mondo venisse trattata come un degno essere umano, vorrei che trionfasse la libertà, che cadessero tutte le dittature, e infine vorrei che delinquenti e criminali venissero rinchiusi in mezzo ad un branco di leoni affamati. Vorrei che prevalesse la giustizia, il senso civico, l'educazione e il rispetto. Vorrei che le nuove generazione tornassero con i piedi per terra e ricordassero il passato e i sacrifici dei loro genitori.
Vorrei mandare a tutti, i miei più sinceri auguri per un nuovo anno pieno di gioia e felicità, alle famiglie dei ragazzi della mia squadra ai miei Amici di lavoro: Francesco Schiavone, Natale Cortese, Federico Cassetta e Giovanni Mameli.
Auguri a tutti quelli che mi conoscono, tanti auguri ai compagni di viaggio di questo blog, tanti auguri a Beppe Cirillo, tanti auguri a Bruno Ciconte, auguroni ad ognuno di voi che giornalmente mi legge, del resto, i miei amici siete voi.
Un affettuoso abbraccio caloroso e sincero dal vostro amico Rosario Ligato.
Buon 2012
DONA E RICEVI
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sabato 31 dicembre 2011
ADDIO 2011 - BUON ANNO A TUTTI
L'anno si è concluso, per molti bene, per molti male, c'è chi vuole gettarlo nel dimenticatoio, chi invece vorrebbe conservarlo nel cuore per aver conosciuto un grande amore o aver trovato un lavoro, raggiunto obiettivi fantastici o aver sbancato la dea bendata.
Oggettivamente è stato un anno disastroso dal punto di vista economico, il governo Berlusconi ha negato l'esistenza di una crisi generata nel tempo, portando il paese in una situazione drammatica e catastrofica.
L'Italia è letteralmente fallita, forse sarebbe meglio dividerla come vorrebbe Bossi, il Nord si terrebbe le fabbriche, la nebbia, i delinquenti italiani e stranieri e il senso civico, il Sud si terrebbe la disoccupazione, il sole, l'aria pulita e la mentalità mafiosa.
Oggi però, non è il momento di fare vittimismo o disfattismo, bisogna accogliere il nuovo anno con l'augurio che possa essere migliore di quello che ci ha appena lasciato. Ognuno spera di ottenere il meglio che questa vita può regalare, salute, soldi, sesso e successo direbbe qualcuno, in realtà se potessimo chiedere al cielo qualcosa di reale e concreto chiederemmo salute, pace, amore e tranquillità.
Purtroppo però, la vita non è una partita di carte, e tutto quello che ci attende fa parte dell'ignoto. Qualcuno pensa che il nostro destino sia già scritto da qualche parte, in realtà il nostro destino ce lo costruiamo ogni giorno, è dentro di noi e sta a noi dettare le linee guida della nostra vita, saranno i dettagli a variare, ma la cornice che ci circonda non cambierà di una virgola.
Per me è stato un 2011 terribilmente difficile, dopo tanti sacrifici ho ottenuto il lavoro che volevo e la squadra che volevo, di contro ho perso persone a me vicine e il vuoto che mi hanno lasciato non si colmerà nel giro poco tempo.
Cosa mi aspetto dal nuovo anno, una richiesta semplice da dire ma difficile da ottenere, vorrei equità a tutti i livelli, vorrei che nessuno morisse di fame e di sete, mi piacerebbe che ogni persona al mondo venisse trattata come un degno essere umano, vorrei che trionfasse la libertà, che cadessero tutte le dittature, e infine vorrei che delinquenti e criminali venissero rinchiusi in mezzo ad un branco di leoni affamati. Vorrei che prevalesse la giustizia, il senso civico, l'educazione e il rispetto. Vorrei che le nuove generazione tornassero con i piedi per terra e ricordassero il passato e i sacrifici dei loro genitori.
Vorrei mandare a tutti, i miei più sinceri auguri per un nuovo anno pieno di gioia e felicità, alle famiglie dei ragazzi della mia squadra ai miei Amici di lavoro: Francesco Schiavone, Natale Cortese, Federico Cassetta e Giovanni Mameli.
Auguri a tutti quelli che mi conoscono, tanti auguri ai compagni di viaggio di questo blog, tanti auguri a Beppe Cirillo, tanti auguri a Bruno Ciconte, auguroni ad ognuno di voi che giornalmente mi legge, del resto, i miei amici siete voi.
Un affettuoso abbraccio caloroso e sincero dal vostro amico Rosario Ligato.
Buon 2012
Oggettivamente è stato un anno disastroso dal punto di vista economico, il governo Berlusconi ha negato l'esistenza di una crisi generata nel tempo, portando il paese in una situazione drammatica e catastrofica.
L'Italia è letteralmente fallita, forse sarebbe meglio dividerla come vorrebbe Bossi, il Nord si terrebbe le fabbriche, la nebbia, i delinquenti italiani e stranieri e il senso civico, il Sud si terrebbe la disoccupazione, il sole, l'aria pulita e la mentalità mafiosa.
Oggi però, non è il momento di fare vittimismo o disfattismo, bisogna accogliere il nuovo anno con l'augurio che possa essere migliore di quello che ci ha appena lasciato. Ognuno spera di ottenere il meglio che questa vita può regalare, salute, soldi, sesso e successo direbbe qualcuno, in realtà se potessimo chiedere al cielo qualcosa di reale e concreto chiederemmo salute, pace, amore e tranquillità.
Purtroppo però, la vita non è una partita di carte, e tutto quello che ci attende fa parte dell'ignoto. Qualcuno pensa che il nostro destino sia già scritto da qualche parte, in realtà il nostro destino ce lo costruiamo ogni giorno, è dentro di noi e sta a noi dettare le linee guida della nostra vita, saranno i dettagli a variare, ma la cornice che ci circonda non cambierà di una virgola.
Per me è stato un 2011 terribilmente difficile, dopo tanti sacrifici ho ottenuto il lavoro che volevo e la squadra che volevo, di contro ho perso persone a me vicine e il vuoto che mi hanno lasciato non si colmerà nel giro poco tempo.
Cosa mi aspetto dal nuovo anno, una richiesta semplice da dire ma difficile da ottenere, vorrei equità a tutti i livelli, vorrei che nessuno morisse di fame e di sete, mi piacerebbe che ogni persona al mondo venisse trattata come un degno essere umano, vorrei che trionfasse la libertà, che cadessero tutte le dittature, e infine vorrei che delinquenti e criminali venissero rinchiusi in mezzo ad un branco di leoni affamati. Vorrei che prevalesse la giustizia, il senso civico, l'educazione e il rispetto. Vorrei che le nuove generazione tornassero con i piedi per terra e ricordassero il passato e i sacrifici dei loro genitori.
Vorrei mandare a tutti, i miei più sinceri auguri per un nuovo anno pieno di gioia e felicità, alle famiglie dei ragazzi della mia squadra ai miei Amici di lavoro: Francesco Schiavone, Natale Cortese, Federico Cassetta e Giovanni Mameli.
Auguri a tutti quelli che mi conoscono, tanti auguri ai compagni di viaggio di questo blog, tanti auguri a Beppe Cirillo, tanti auguri a Bruno Ciconte, auguroni ad ognuno di voi che giornalmente mi legge, del resto, i miei amici siete voi.
Un affettuoso abbraccio caloroso e sincero dal vostro amico Rosario Ligato.
Buon 2012
giovedì 29 dicembre 2011
IL 5 - 5 - 5 DI ORONZO CANA' SARA' IL MODULO DEL FUTURO
..........almeno per me
No, non giocheremo in 16, non mi prendete per matto, l'idea è quella di avere sempre 5 giocatori per ogni catena di gioco dove stanzia la palla.
La base di partenza è il 4-3-3.
IL 5 - 5 - 5 DI ORONZO CANA' SARA' IL MODULO DEL FUTURO
..........almeno per me
No, non giocheremo in 16, non mi prendete per matto, l'idea è quella di avere sempre 5 giocatori per ogni catena di gioco dove stanzia la palla.
La base di partenza è il 4-3-3.
11 giocatori che si muovono in continuazione cercando sempre la superiorità in zona palla: con qualsiasi modulo che intendiamo attuare ci difendiamo con 5 giocatori, parlo in fase di non possesso. (5-4-1)
I 5 giocatori a centrocampo li abbiamo sia in fase difensiva che offensiva, la situazione tipica è quando gli avversari costruiscono un'azione dalla loro area di rigore (4-5-1), mentre quando attacchiamo noi alziamo i 2 terzini e abbassiamo leggermente un mediano con una punta che si muove sempre incontro la palla, il modulo si trasforma in una sorta di 2-1-5-2
Mentre avremo 5 attaccanti solo quando attacchiamo in una sorta di 2-3-5.
Naturalmente come si conclude l'azione la squadra si deve ricomporre.
Come vedete basta poco per riuscire ad avere 5 giocatori sulla linea del pallone, sempre sfalsati s'intende ma sulla stessa catena di gioco.
Per mettere in pratica questo modulo i nostri calciatori devono avere caratteristiche particolari, dovranno essere dotati di grande corsa e avere uno spirito di sacrificio non indifferente. I 2 centrali di difesa devono essere rapidi e veloci, bravi tecnicamente e abili negli anticipi. Il portiere deve essere bravo con i piedi in modo da poterlo sfruttare come libero aggiunto. R.L.
mercoledì 28 dicembre 2011
DIFFERENZE TRA ORGANIZZAZIONE DI GIOCO E BEL GIOCO
Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) 28 dicembre 2011 - Cari amici buonasera, sono le ore 20:30 di un freddo mercoledì di fine mese.
Vi scrivo dalla mia Calabria, tanto bella quanto infelice, colpa di tutti: stato, regione, provincia, comuni, cittadini, i quali hanno resto invivibile una terra piena di risorse, piena di umanità e calore.
In questo periodo il calcio è sospeso per le festività natalizie ed io mi sento come un leone in gabbia, annoiato e sfaticato. Colgo l'occasione per leggere qualche libro come "la valigia dell'allenatore" o "la legge di attrazione", in sottofondo le notizie del telegiornale che non parlano altro di calcioscommesse, e mi dispiace che nell'ambiente che più mi piace, ci sia qualcosa di marcio.
Lo so, sto parlando di cose personali che non vi interessano molto, e allora per allietare la serata parlo di calcio, cercando, insieme a voi, di sfatare un tabù che va di moda in tutte le società di calcio: il bel gioco.
Innanzitutto io voglio vincere, se la mia squadra ha raggiunto l'obiettivo giocando bene mi fa solo piacere, se ha giocato male mi prendo i 3 punti e mi fa piacere lo stesso.
Vi scrivo dalla mia Calabria, tanto bella quanto infelice, colpa di tutti: stato, regione, provincia, comuni, cittadini, i quali hanno resto invivibile una terra piena di risorse, piena di umanità e calore.
In questo periodo il calcio è sospeso per le festività natalizie ed io mi sento come un leone in gabbia, annoiato e sfaticato. Colgo l'occasione per leggere qualche libro come "la valigia dell'allenatore" o "la legge di attrazione", in sottofondo le notizie del telegiornale che non parlano altro di calcioscommesse, e mi dispiace che nell'ambiente che più mi piace, ci sia qualcosa di marcio.
Lo so, sto parlando di cose personali che non vi interessano molto, e allora per allietare la serata parlo di calcio, cercando, insieme a voi, di sfatare un tabù che va di moda in tutte le società di calcio: il bel gioco.
Innanzitutto io voglio vincere, se la mia squadra ha raggiunto l'obiettivo giocando bene mi fa solo piacere, se ha giocato male mi prendo i 3 punti e mi fa piacere lo stesso.
DIFFERENZE TRA ORGANIZZAZIONE DI GIOCO E BEL GIOCO
Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) 28 dicembre 2011 - Cari amici buonasera, sono le ore 20:30 di un freddo mercoledì di fine mese.
Vi scrivo dalla mia Calabria, tanto bella quanto infelice, colpa di tutti: stato, regione, provincia, comuni, cittadini, i quali hanno resto invivibile una terra piena di risorse, piena di umanità e calore.
In questo periodo il calcio è sospeso per le festività natalizie ed io mi sento come un leone in gabbia, annoiato e sfaticato. Colgo l'occasione per leggere qualche libro come "la valigia dell'allenatore" o "la legge di attrazione", in sottofondo le notizie del telegiornale che non parlano altro di calcioscommesse, e mi dispiace che nell'ambiente che più mi piace, ci sia qualcosa di marcio.
Lo so, sto parlando di cose personali che non vi interessano molto, e allora per allietare la serata parlo di calcio, cercando, insieme a voi, di sfatare un tabù che va di moda in tutte le società di calcio: il bel gioco.
Innanzitutto io voglio vincere, se la mia squadra ha raggiunto l'obiettivo giocando bene mi fa solo piacere, se ha giocato male mi prendo i 3 punti e mi fa piacere lo stesso.
Tutto questo per dire che il bel gioco si può esprimere solo con una squadra dotata tecnicamente, dove i suoi elementi danno del tu al pallone, ma mi spiegate come si fa a giocare bene disponendo di elementi che non sanno stoppare nemmeno il pallone?
Questo è il concetto che va tramandato nel tempo, l'organizzazione di gioco non vuol dire giocare bene la palla, ma utilizzare delle situazioni specifiche per andare a fare gol: l'esempio può essere il lancio lungo per la punta che spizzica per il compagno e chiude il triangolo per l'attaccante che va in profondità, chiudete gli occhi e immaginate il primo gol di Milito nella finale di Champions League contro il Bayern Monaco: dopo un lancio lungo dalla difesa Milito spizzica la palla su Sneijder e va in profondità, l'olandese chiude immediatamente il triangolo e manda l'argentino davanti al portiere battendolo inesorabilmente.
Questo è un chiaro esempio di organizzazione di gioco, vista e prevista nei precedenti allenamenti, anche perchè l'Inter di Mourinho non giocava bene, non aveva gli elementi per giocare bene, non aveva ottimi palleggiatori, ma era inesorabilmente vincente.
Il bel gioco invece prevede azioni manovrate, pulite, transizioni veloci, cambi di gioco al millimetro, sovrapposizioni, dribbling, finte e controfinte, e chi è all'altezza di fare un gioco così? A grandi livelli in poche ci riescono, a bassi livelli inutile parlarne, ragion per cui dobbiamo concentrarci sull'organizzazione di gioco e non sul bel gioco.
Lasciate perdere i giudizi che arrivano dall'esterno, non abbiate timore di giocare palla lunga se il vostro centrocampo non ha le caratteristiche per sviluppare gioco, meglio una palla lunga da rincorrere che una palla persa a centrocampo.
Piuttosto se avete una squadra che rientra nella scuola calcio o settore giovanile, cercate di curare la tecnica di base e la tattica individuale in fase di possesso palla, sopratutto in allenamento, nelle partite non cercate l'ossessione al bel gioco perchè è il risultato positivo che fa aumentare l'autostima del ragazzo.
E ricordate che non esiste gioco se non esiste tecnica. Il tutto avendo ben presente che non è il collettivo di per sè che determina il valore della squadra, bensì la bravura dei singoli, perfettamente integrati tra loro, a definire il valore del collettivo. R.L.
Vi scrivo dalla mia Calabria, tanto bella quanto infelice, colpa di tutti: stato, regione, provincia, comuni, cittadini, i quali hanno resto invivibile una terra piena di risorse, piena di umanità e calore.
In questo periodo il calcio è sospeso per le festività natalizie ed io mi sento come un leone in gabbia, annoiato e sfaticato. Colgo l'occasione per leggere qualche libro come "la valigia dell'allenatore" o "la legge di attrazione", in sottofondo le notizie del telegiornale che non parlano altro di calcioscommesse, e mi dispiace che nell'ambiente che più mi piace, ci sia qualcosa di marcio.
Lo so, sto parlando di cose personali che non vi interessano molto, e allora per allietare la serata parlo di calcio, cercando, insieme a voi, di sfatare un tabù che va di moda in tutte le società di calcio: il bel gioco.
Innanzitutto io voglio vincere, se la mia squadra ha raggiunto l'obiettivo giocando bene mi fa solo piacere, se ha giocato male mi prendo i 3 punti e mi fa piacere lo stesso.
Tutto questo per dire che il bel gioco si può esprimere solo con una squadra dotata tecnicamente, dove i suoi elementi danno del tu al pallone, ma mi spiegate come si fa a giocare bene disponendo di elementi che non sanno stoppare nemmeno il pallone?
Questo è il concetto che va tramandato nel tempo, l'organizzazione di gioco non vuol dire giocare bene la palla, ma utilizzare delle situazioni specifiche per andare a fare gol: l'esempio può essere il lancio lungo per la punta che spizzica per il compagno e chiude il triangolo per l'attaccante che va in profondità, chiudete gli occhi e immaginate il primo gol di Milito nella finale di Champions League contro il Bayern Monaco: dopo un lancio lungo dalla difesa Milito spizzica la palla su Sneijder e va in profondità, l'olandese chiude immediatamente il triangolo e manda l'argentino davanti al portiere battendolo inesorabilmente.
Questo è un chiaro esempio di organizzazione di gioco, vista e prevista nei precedenti allenamenti, anche perchè l'Inter di Mourinho non giocava bene, non aveva gli elementi per giocare bene, non aveva ottimi palleggiatori, ma era inesorabilmente vincente.
Il bel gioco invece prevede azioni manovrate, pulite, transizioni veloci, cambi di gioco al millimetro, sovrapposizioni, dribbling, finte e controfinte, e chi è all'altezza di fare un gioco così? A grandi livelli in poche ci riescono, a bassi livelli inutile parlarne, ragion per cui dobbiamo concentrarci sull'organizzazione di gioco e non sul bel gioco.
Lasciate perdere i giudizi che arrivano dall'esterno, non abbiate timore di giocare palla lunga se il vostro centrocampo non ha le caratteristiche per sviluppare gioco, meglio una palla lunga da rincorrere che una palla persa a centrocampo.
Piuttosto se avete una squadra che rientra nella scuola calcio o settore giovanile, cercate di curare la tecnica di base e la tattica individuale in fase di possesso palla, sopratutto in allenamento, nelle partite non cercate l'ossessione al bel gioco perchè è il risultato positivo che fa aumentare l'autostima del ragazzo.
E ricordate che non esiste gioco se non esiste tecnica. Il tutto avendo ben presente che non è il collettivo di per sè che determina il valore della squadra, bensì la bravura dei singoli, perfettamente integrati tra loro, a definire il valore del collettivo. R.L.
lunedì 26 dicembre 2011
IL CROSS DAL FONDO COME TATTICA PER FARE GOL
Torino 26 Dicembre 2011 - E' statisticamente provato che in maggioranza i gol nascondo dal cross dal fondo, ragion per cui dobbiamo usare questo dato per improntare alla nostra squadra questa soluzione.
Il cross dal fondo taglia tutti i difensori, chi ha giocato a calcio si ricorderà che ogni cross dalla linea di fondo era un pericolo, sia perchè si doveva guardare la palla, sia perchè andava marcato l'attaccante, cosa facile dietro una tastiera ma molto più difficile sul rettangolo di gioco.
Con qualsiasi modulo possiamo attaccare le fasce laterali, sia con sovrapposizioni, sia con tagli che liberano l'ala o la punta in quella posizione.
Ci sono squadre che ricevono il cross dei compagni con pochi uomini, non c'è cosa di più sbagliato, bisogna attaccare l'area di rigore con almeno 5 uomini, uno sul primo palo, uno in mezzo, un altro sul secondo palo, un'altro sul vertice dell'area piccola opposta al cross e un'altro all'altezza del dischetto del rigore.
Se vi dovessi dire quale squadra guardare per darvi un orientamento direi Napoli, Pescara e Juventus. Con i lanci lunghi dalla nostra area difficilmente facciamo gol, specie dove il livello è alto, è vero che anche lì ci sono diverse soluzioni come la conquista della seconda palla, ma le statistiche non ci confortano.
Andiamo al cross che è meglio. R.L.
Il cross dal fondo taglia tutti i difensori, chi ha giocato a calcio si ricorderà che ogni cross dalla linea di fondo era un pericolo, sia perchè si doveva guardare la palla, sia perchè andava marcato l'attaccante, cosa facile dietro una tastiera ma molto più difficile sul rettangolo di gioco.
Con qualsiasi modulo possiamo attaccare le fasce laterali, sia con sovrapposizioni, sia con tagli che liberano l'ala o la punta in quella posizione.
Ci sono squadre che ricevono il cross dei compagni con pochi uomini, non c'è cosa di più sbagliato, bisogna attaccare l'area di rigore con almeno 5 uomini, uno sul primo palo, uno in mezzo, un altro sul secondo palo, un'altro sul vertice dell'area piccola opposta al cross e un'altro all'altezza del dischetto del rigore.
Se vi dovessi dire quale squadra guardare per darvi un orientamento direi Napoli, Pescara e Juventus. Con i lanci lunghi dalla nostra area difficilmente facciamo gol, specie dove il livello è alto, è vero che anche lì ci sono diverse soluzioni come la conquista della seconda palla, ma le statistiche non ci confortano.
Andiamo al cross che è meglio. R.L.
IL CROSS DAL FONDO COME TATTICA PER FARE GOL
Torino 26 Dicembre 2011 - E' statisticamente provato che in maggioranza i gol nascondo dal cross dal fondo, ragion per cui dobbiamo usare questo dato per improntare alla nostra squadra questa soluzione.
Il cross dal fondo taglia tutti i difensori, chi ha giocato a calcio si ricorderà che ogni cross dalla linea di fondo era un pericolo, sia perchè si doveva guardare la palla, sia perchè andava marcato l'attaccante, cosa facile dietro una tastiera ma molto più difficile sul rettangolo di gioco.
Con qualsiasi modulo possiamo attaccare le fasce laterali, sia con sovrapposizioni, sia con tagli che liberano l'ala o la punta in quella posizione.
Ci sono squadre che ricevono il cross dei compagni con pochi uomini, non c'è cosa di più sbagliato, bisogna attaccare l'area di rigore con almeno 5 uomini, uno sul primo palo, uno in mezzo, un altro sul secondo palo, un'altro sul vertice dell'area piccola opposta al cross e un'altro all'altezza del dischetto del rigore.
Se vi dovessi dire quale squadra guardare per darvi un orientamento direi Napoli, Pescara e Juventus. Con i lanci lunghi dalla nostra area difficilmente facciamo gol, specie dove il livello è alto, è vero che anche lì ci sono diverse soluzioni come la conquista della seconda palla, ma le statistiche non ci confortano.
Andiamo al cross che è meglio. R.L.
Il cross dal fondo taglia tutti i difensori, chi ha giocato a calcio si ricorderà che ogni cross dalla linea di fondo era un pericolo, sia perchè si doveva guardare la palla, sia perchè andava marcato l'attaccante, cosa facile dietro una tastiera ma molto più difficile sul rettangolo di gioco.
Con qualsiasi modulo possiamo attaccare le fasce laterali, sia con sovrapposizioni, sia con tagli che liberano l'ala o la punta in quella posizione.
Ci sono squadre che ricevono il cross dei compagni con pochi uomini, non c'è cosa di più sbagliato, bisogna attaccare l'area di rigore con almeno 5 uomini, uno sul primo palo, uno in mezzo, un altro sul secondo palo, un'altro sul vertice dell'area piccola opposta al cross e un'altro all'altezza del dischetto del rigore.
Se vi dovessi dire quale squadra guardare per darvi un orientamento direi Napoli, Pescara e Juventus. Con i lanci lunghi dalla nostra area difficilmente facciamo gol, specie dove il livello è alto, è vero che anche lì ci sono diverse soluzioni come la conquista della seconda palla, ma le statistiche non ci confortano.
Andiamo al cross che è meglio. R.L.
sabato 24 dicembre 2011
BUON NATALE A TUTTI I LETTORI
Grazie a tutti per la fiducia che mi date sfogliando giornalmente il mio blog, la soddisfazione è notevole. Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie un felice Natale e un futuro ricco di salute e tranquillità. R.L.
BUON NATALE A TUTTI I LETTORI
Grazie a tutti per la fiducia che mi date sfogliando giornalmente il mio blog, la soddisfazione è notevole. Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie un felice Natale e un futuro ricco di salute e tranquillità. R.L.
BUON NATALE BARCANOVASALUS
Torino 24 Dicembre 2011 - Ieri sera in via Occimiano c'è stata l'ultima cena...... di fine anno s'intende. Abbiamo approfittato dell'occasione per scambiarci i classici auguri di Natale. Presenti dirigenti e giocatori, quest'ultimi hanno mangiato e scherzato come dei matti, segno di allegria e divertimento.
L'obiettivo è anche questo, formare un gruppo di ragazzi che fanno calcio principalmente per divertirsi, tenendo presente che è la scuola il loro vero obiettivo, il futuro sarà pieno di insidie e solo lo studio potrà dare loro le chiavi di un lavoro migliore.
BUON NATALE BARCANOVASALUS
Torino 24 Dicembre 2011 - Ieri sera in via Occimiano c'è stata l'ultima cena...... di fine anno s'intende. Abbiamo approfittato dell'occasione per scambiarci i classici auguri di Natale. Presenti dirigenti e giocatori, quest'ultimi hanno mangiato e scherzato come dei matti, segno di allegria e divertimento.
L'obiettivo è anche questo, formare un gruppo di ragazzi che fanno calcio principalmente per divertirsi, tenendo presente che è la scuola il loro vero obiettivo, il futuro sarà pieno di insidie e solo lo studio potrà dare loro le chiavi di un lavoro migliore.
Dopo 4 mesi di attività si può tracciare un primo bilancio stagionale: sicuramente ho a che fare con dei ragazzi educati e intelligenti, maturi e responsabili. Anche se dall'esterno possono sembrare dei piccoli topolini che rincorrono un pallone vi posso dire che sono molto furbi e svegli, auguro loro un grande futuro sotto ogni aspetto e sono onorato di allenarli.
La vittoria del campionato e tanti ottimi piazzamenti nei vari tornei disputati sono una grande soddisfazione per noi tutti, consapevoli che è sempre il lavoro sul campo che paga. Noi non siamo i più forti, ma giochiamo sempre per vincere.
Vorrei dare gli auguri di un sereno Natale a tutti i genitori, i quali mi hanno accolto con tanta fiducia, tanto rispetto e tanta gentilezza.
Un buon Natale anche ai dirigenti della mia squadra, dal Dirigente Responsabile Vincenzo Tricarico il quale è l'asse portante di questa squadra, agli altri dirigenti Raffaele Giuffrida, Giuseppe Granato e Luca Villari. Grazie alla loro disponibilità il mio lavoro diventa più semplice, e se tutto è filato per il verso giusto è soprattutto merito loro.
Anche perchè si dice che gli allenatori passano, e i dirigenti restano.
Tanti auguri al Responsabile della categoria esordienti Salvatore Caccialupi, il quale mi ha aiutato ad immergermi nel mondo Barca. Grazie alla sua decennale esperienza sui campi di calcio mi ha supportato dal primo all'ultimo giorno e mi ha aiutato a crescere come allenatore.
Buon Natale al Presidente Lovato e al Direttore Sportivo Trombini, storici personaggi del Barcanova. Tanti auguri a tutti gli allenatori e dirigenti della varie categorie, a tutti i ragazzi targati Barcanova, dalla prima squadra all'ultimo bambino in ordine di età.
Buon Natale a tutti da Rosario Ligato
giovedì 22 dicembre 2011
IL FUORIGIOCO, DAL MAESTRO ARRIGO SACCHI AD OGGI
Torino 23 dicembre 2011 - E' tardi lo so, ma tra lavoro e calcio non riesco a trovare mai un po' di tempo da dedicare ai miei lettori che sono affamati di notizie. Di questo me ne scuso, cercherò di organizzarmi meglio e col passare del tempo riuscire ad archiviare nozioni di tattica che possono migliorare una squadra di calcio.
Oggi vi parlerò del fuorigioco, una tattica inesistente fino agli anni '90, introdotta dal maestro Arrigo Sacchi che cambiò drasticamente il calcio passando dal gioco a uomo a quello a zona: la Zona divenne un'opera d'arte che rasentava la perfezione. Tassotti, Baresi, Filippo Galli, Maldini hanno rappresentato l'incubo per chi doveva affrontare le trappole di un fuorigioco che, a Madrid, toccò il suo massimo della sua applicazione con decine di tranelli organizzati con scientifica determinazione ai danni di avversari avviluppati dall'offside.
Oggi vi parlerò del fuorigioco, una tattica inesistente fino agli anni '90, introdotta dal maestro Arrigo Sacchi che cambiò drasticamente il calcio passando dal gioco a uomo a quello a zona: la Zona divenne un'opera d'arte che rasentava la perfezione. Tassotti, Baresi, Filippo Galli, Maldini hanno rappresentato l'incubo per chi doveva affrontare le trappole di un fuorigioco che, a Madrid, toccò il suo massimo della sua applicazione con decine di tranelli organizzati con scientifica determinazione ai danni di avversari avviluppati dall'offside.
IL FUORIGIOCO, DAL MAESTRO ARRIGO SACCHI AD OGGI
Torino 23 dicembre 2011 - E' tardi lo so, ma tra lavoro e calcio non riesco a trovare mai un po' di tempo da dedicare ai miei lettori che sono affamati di notizie. Di questo me ne scuso, cercherò di organizzarmi meglio e col passare del tempo riuscire ad archiviare nozioni di tattica che possono migliorare una squadra di calcio.
Oggi vi parlerò del fuorigioco, una tattica inesistente fino agli anni '90, introdotta dal maestro Arrigo Sacchi che cambiò drasticamente il calcio passando dal gioco a uomo a quello a zona: la Zona divenne un'opera d'arte che rasentava la perfezione. Tassotti, Baresi, Filippo Galli, Maldini hanno rappresentato l'incubo per chi doveva affrontare le trappole di un fuorigioco che, a Madrid, toccò il suo massimo della sua applicazione con decine di tranelli organizzati con scientifica determinazione ai danni di avversari avviluppati dall'offside.
Mettere in fuorigioco gli avversari diventa una tattica preponderante che oggi viene utilizzata dalle squadre più forti al mondo, ma più si scende di categoria e meno efficacie è il fuorigioco, vi spiego perchè: il calcio moderno ha portato un cambiamento a tutto il sistema calcio, adesso la velocità è una capacità fondamentale per un calciatore, e già in Serie A dove i segnalinee sono davvero bravi è molto difficile azzeccare ogni intervento, in quante partite assistiamo a vere defaillance della terna, colpa di un calcio che richiederebbe la tecnologia per essere imparziale, l'occhio del segnalinee non può arrivare al millimetro, ragion per cui molte partire risultano falsate anche se nella maggior parte di esse vince la squadra più forte.
Terna a parte il mio consiglio è di attuare un fuorigioco equilibrato e direttamente proporzionale alla forza della squadra, difatti, non a caso le squadre più deboli giocano di rimessa e non utilizzano questa tattica.
Più forte è la squadra e più si potrà alzare il baricentro e utilizzare un pressing ultra offensivo, perchè anche se non dovesse funzionare l'offside, i nostri 2 difensori centrali non avrebbero nessuna difficoltà a giocare uomo contro uomo.
La regola per salire è sempre la stessa, palla coperta si sale, palla scoperta si rincula verso la propria area di rigore. L'elastico difensivo è un movimento ideale in situazioni in continuo divenire, occhio però, la difesa si deve muovere in linea altrimenti è tutto inutile, basta un errore del terzino che la punta avversaria elude la nostra tattica.
Per palla coperta s'intende quando la palla in possesso dei nostri avversari non è giocabile in profondità, i casi sono diversi, palla alta, avversario girato di spalle, avversario con il piede lontano dal pallone, viceversa, in situazioni di palla scoperta si rincula verso la nostra porta. Nel caso dove gli avversari saltano il centrocampo e s'involano verso nostra porta la linea difensiva indietreggia e si stringe come un imbuto. Non si rincula all'infinito, in questa situazione si indietreggia fino a limite dell'area di rigore, a quel punto la nostra linea sale contemporaneamente attaccando la palla.
Per migliorare questa tattica la squadra deve rimanere corta e il centrocampo deve fare un gran lavoro di filtro.
Nei settori giovanili o in campionati maggiori fino alla prima categoria dove non c'è il segnalinee, la tattica del fuorigioco deve essere usata con cautela, anche perchè l'arbitro non può vedere un fuorigioco dal cerchio del centrocampo e spesso fischia o non fischia a seconda della sua discrezione. Ma noi non possiamo di certo perdere la partita per colpa di un fuorigioco non visto, dunque in questi casi consiglio una difesa a zona che sappia attuare un grande elastico difensivo e delle diagonali a 3 linee: esce il terzino sull'ala, il centrale va in copertura, l'altro centrale segue la diagonale e il terzino opposto rimane in linea con il centrale formando così 3 linee.
Sono del parere che per vincere non bisogna avere concetti conformisti, giocare a uomo con il libero staccato non è retrogrado o antiquato, ben vengano squadre che fanno marcare le punte avversarie a uomo, anche perchè in Italia i difensori che sanno marcare si contano su una mano.
Un giorno ebbi una discussione con Gigi Cagni attuale allenatore del Vicenza il quale mi disse: "se insegni ai tuoi difensori a marcare è già un grande traguardo, per la zona ci penseranno in futuro".
R.L.
Oggi vi parlerò del fuorigioco, una tattica inesistente fino agli anni '90, introdotta dal maestro Arrigo Sacchi che cambiò drasticamente il calcio passando dal gioco a uomo a quello a zona: la Zona divenne un'opera d'arte che rasentava la perfezione. Tassotti, Baresi, Filippo Galli, Maldini hanno rappresentato l'incubo per chi doveva affrontare le trappole di un fuorigioco che, a Madrid, toccò il suo massimo della sua applicazione con decine di tranelli organizzati con scientifica determinazione ai danni di avversari avviluppati dall'offside.
Mettere in fuorigioco gli avversari diventa una tattica preponderante che oggi viene utilizzata dalle squadre più forti al mondo, ma più si scende di categoria e meno efficacie è il fuorigioco, vi spiego perchè: il calcio moderno ha portato un cambiamento a tutto il sistema calcio, adesso la velocità è una capacità fondamentale per un calciatore, e già in Serie A dove i segnalinee sono davvero bravi è molto difficile azzeccare ogni intervento, in quante partite assistiamo a vere defaillance della terna, colpa di un calcio che richiederebbe la tecnologia per essere imparziale, l'occhio del segnalinee non può arrivare al millimetro, ragion per cui molte partire risultano falsate anche se nella maggior parte di esse vince la squadra più forte.
Terna a parte il mio consiglio è di attuare un fuorigioco equilibrato e direttamente proporzionale alla forza della squadra, difatti, non a caso le squadre più deboli giocano di rimessa e non utilizzano questa tattica.
Più forte è la squadra e più si potrà alzare il baricentro e utilizzare un pressing ultra offensivo, perchè anche se non dovesse funzionare l'offside, i nostri 2 difensori centrali non avrebbero nessuna difficoltà a giocare uomo contro uomo.
La regola per salire è sempre la stessa, palla coperta si sale, palla scoperta si rincula verso la propria area di rigore. L'elastico difensivo è un movimento ideale in situazioni in continuo divenire, occhio però, la difesa si deve muovere in linea altrimenti è tutto inutile, basta un errore del terzino che la punta avversaria elude la nostra tattica.
Per palla coperta s'intende quando la palla in possesso dei nostri avversari non è giocabile in profondità, i casi sono diversi, palla alta, avversario girato di spalle, avversario con il piede lontano dal pallone, viceversa, in situazioni di palla scoperta si rincula verso la nostra porta. Nel caso dove gli avversari saltano il centrocampo e s'involano verso nostra porta la linea difensiva indietreggia e si stringe come un imbuto. Non si rincula all'infinito, in questa situazione si indietreggia fino a limite dell'area di rigore, a quel punto la nostra linea sale contemporaneamente attaccando la palla.
Per migliorare questa tattica la squadra deve rimanere corta e il centrocampo deve fare un gran lavoro di filtro.
Nei settori giovanili o in campionati maggiori fino alla prima categoria dove non c'è il segnalinee, la tattica del fuorigioco deve essere usata con cautela, anche perchè l'arbitro non può vedere un fuorigioco dal cerchio del centrocampo e spesso fischia o non fischia a seconda della sua discrezione. Ma noi non possiamo di certo perdere la partita per colpa di un fuorigioco non visto, dunque in questi casi consiglio una difesa a zona che sappia attuare un grande elastico difensivo e delle diagonali a 3 linee: esce il terzino sull'ala, il centrale va in copertura, l'altro centrale segue la diagonale e il terzino opposto rimane in linea con il centrale formando così 3 linee.
Sono del parere che per vincere non bisogna avere concetti conformisti, giocare a uomo con il libero staccato non è retrogrado o antiquato, ben vengano squadre che fanno marcare le punte avversarie a uomo, anche perchè in Italia i difensori che sanno marcare si contano su una mano.
Un giorno ebbi una discussione con Gigi Cagni attuale allenatore del Vicenza il quale mi disse: "se insegni ai tuoi difensori a marcare è già un grande traguardo, per la zona ci penseranno in futuro".
R.L.
lunedì 19 dicembre 2011
L'ALLENAMENTO DEI GIOVANI CALCIATORI
Torino 19 dicembre 2011 - Sono tanti i ragazzi che ogni anno si laureano in Scienze Motorie, di questi, alcuni prenderanno la strada del calcio svolgendo il ruolo di preparatore atletico. Lungi da me sminuire il lavoro di questi ambiziosi ragazzi che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro, io da allenatore scrupoloso, ho voluto conoscere i sistemi di allenamento del migliore preparatore atletico del mondo, non vi svelerò il suo nome, vi dico solo che non è italiano e ha lavorato nella squadra più forte d'Italia.
Girando per i vari campi sportivi ho potuto constatare con i miei occhi che molti istruttori applicano sistemi di allenamento poco redditizi, questo perchè allenare è diventato un passatempo e non una passione che nasce dal cuore.
Allenare significa porsi degli obiettivi, collettivi prima e personali dopo, la squadra prima di tutto: è importante iniziare cercando di capire pregi e difetti dei ragazzi, senza dimenticare che in questo mestiere serve una buona dose di psicologia, anche perchè difficilmente troveremo calciatori con caratteri simili. Continua..........
L'obiettivo da raggiungere nascerà di conseguenza valutando il punto di partenza della squadra, logico che l'allenatore deve avere le capacità di super visore, basteranno pochi allenamenti per capire di che pasta è fatta una squadra.
Ma non mi voglio dilungare troppo su argomenti che tratterò in altri capitoli, oggi vorrei parlare dell'allenamento dei ragazzi: partirei dallo stretching visto che ognuno lo fa come meglio pensa. Le regole per gli esercizi di allungamento sono 4:
1) i muscoli devono essere caldi.
2) i movimenti devono essere lenti, senza rimbalzi.
3) mai eseguire allungamenti a busto flesso e gambe tese.
4) prestare particolare attenzione quando si effettua stretching in coppia.
Prima e durante la pubertà i ragazzi sviluppano in modo naturale prestazione di tipo aerobico ( produzione di energia in presenza di ossigeno) e anaerobico (senza ossigeno ma tramite la scissione di fosfati altamente energetici) e le migliorano attraverso la regolare partecipazioni ai giochi e alle esercitazioni proposte.
Alla fine della pubertà i giocatori possono iniziare ad eseguire esercizi per migliorare le prestazioni aerobiche e la velocità. Prima dei 15 anni non è consigliabile far eseguire esercizi per la resistenza alla velocità.
Come vedete, l'allenamento della forza non l'ho citato minimamente, vi spiego perchè: Quando si parla di giovani sono da tenere in considerazione alcuni elementi fondamentali:
a) nel periodo pre-puberale la cartilagine e i tessuti ossei sono in accrescimento, quindi è improponibile sottoporre i bambini a tensioni muscolari elevate; sempre in questo periodo si verifica la massima sensibilità (e quindi l'allenabilità) a mezzi finalizzati all'incremento della rapidità. Tutti i mezzi proposti ai bambini dovrebbero essere sottoposti in forma ludica per ravvivare continuamente la motivazione.
b) Nella pubertà comincia a essere maggiore la sensibilità verso altri tipi di stimoli neuromuscolari come l'esplosività e l'elasticità, ma si può verificare un temporaneo peggioramento della coordinazione a causa del rapido incremento delle leve ossee, quindi un eventuale incremento della forza dovuto a esercizi specifici sarebbe di tipo transitorio e se si tiene conto che questi esercizi possono provocare danni permanenti non vi sono valide ragioni per cui i calciatori devono svolgere questo tipo di esercizi.
L'allenamento della forza potrebbe iniziare (quando necessario) intorno ai 15-17 anni mantenendo basso il peso applicato.
Solo una volta conclusa l'ossificazione del sistema scheletrico (cioè tra i 17 e 20 anni), in sport in cui è fondamentale la forza massima dinamica e la potenza muscolare, si può gradualmente avvicinare l'atleta a carichi progressivamente crescenti.
N.B.: l'età biologica dei bambini si può, in alcuni casi, scostare fino a 5 anni dall'età cronologica; in altre parole, lo sviluppo di alcuni bambini è più lento di altri, perciò gli allenatori e gli istruttori dovrebbero prestare particolare attenzione a questo dato.
Concludo sintetizzando al massimo le regole per allenare calciatori in età giovanile:
1)L'allenamento dovrebbe essere organizzato quasi interamente con la palla.
2) Sia prima che durante la pubertà l'allenamento non dovrebbe concentrarsi sugli aspetti fisici, quanto invece su quelli tecnici e su quelli che riguardano la coordinazione.
3) Alla fine della pubertà i giocatori possono cominciare anche l'allenamento aerobico e allenamento della velocità e, solo in modo limitato, l'allenamento funzionale della forza.
4) Dopo la pubertà i calciatori possono dedicarsi ai primi allenamenti di forza e resistenza muscolare alla forza.
5) Non solo i tempi della pubertà variano da bambino a bambino, ma anche gli effetti della pubertà sulle qualità calcistiche dei giocatori sono molto diversi.
Spero di essere stato chiaro, alla prossima con nuove nozioni sullo sport più bello del mondo.
R.L.
Girando per i vari campi sportivi ho potuto constatare con i miei occhi che molti istruttori applicano sistemi di allenamento poco redditizi, questo perchè allenare è diventato un passatempo e non una passione che nasce dal cuore.
Allenare significa porsi degli obiettivi, collettivi prima e personali dopo, la squadra prima di tutto: è importante iniziare cercando di capire pregi e difetti dei ragazzi, senza dimenticare che in questo mestiere serve una buona dose di psicologia, anche perchè difficilmente troveremo calciatori con caratteri simili. Continua..........
L'obiettivo da raggiungere nascerà di conseguenza valutando il punto di partenza della squadra, logico che l'allenatore deve avere le capacità di super visore, basteranno pochi allenamenti per capire di che pasta è fatta una squadra.
Ma non mi voglio dilungare troppo su argomenti che tratterò in altri capitoli, oggi vorrei parlare dell'allenamento dei ragazzi: partirei dallo stretching visto che ognuno lo fa come meglio pensa. Le regole per gli esercizi di allungamento sono 4:
1) i muscoli devono essere caldi.
2) i movimenti devono essere lenti, senza rimbalzi.
3) mai eseguire allungamenti a busto flesso e gambe tese.
4) prestare particolare attenzione quando si effettua stretching in coppia.
Prima e durante la pubertà i ragazzi sviluppano in modo naturale prestazione di tipo aerobico ( produzione di energia in presenza di ossigeno) e anaerobico (senza ossigeno ma tramite la scissione di fosfati altamente energetici) e le migliorano attraverso la regolare partecipazioni ai giochi e alle esercitazioni proposte.
Alla fine della pubertà i giocatori possono iniziare ad eseguire esercizi per migliorare le prestazioni aerobiche e la velocità. Prima dei 15 anni non è consigliabile far eseguire esercizi per la resistenza alla velocità.
Come vedete, l'allenamento della forza non l'ho citato minimamente, vi spiego perchè: Quando si parla di giovani sono da tenere in considerazione alcuni elementi fondamentali:
a) nel periodo pre-puberale la cartilagine e i tessuti ossei sono in accrescimento, quindi è improponibile sottoporre i bambini a tensioni muscolari elevate; sempre in questo periodo si verifica la massima sensibilità (e quindi l'allenabilità) a mezzi finalizzati all'incremento della rapidità. Tutti i mezzi proposti ai bambini dovrebbero essere sottoposti in forma ludica per ravvivare continuamente la motivazione.
b) Nella pubertà comincia a essere maggiore la sensibilità verso altri tipi di stimoli neuromuscolari come l'esplosività e l'elasticità, ma si può verificare un temporaneo peggioramento della coordinazione a causa del rapido incremento delle leve ossee, quindi un eventuale incremento della forza dovuto a esercizi specifici sarebbe di tipo transitorio e se si tiene conto che questi esercizi possono provocare danni permanenti non vi sono valide ragioni per cui i calciatori devono svolgere questo tipo di esercizi.
L'allenamento della forza potrebbe iniziare (quando necessario) intorno ai 15-17 anni mantenendo basso il peso applicato.
Solo una volta conclusa l'ossificazione del sistema scheletrico (cioè tra i 17 e 20 anni), in sport in cui è fondamentale la forza massima dinamica e la potenza muscolare, si può gradualmente avvicinare l'atleta a carichi progressivamente crescenti.
N.B.: l'età biologica dei bambini si può, in alcuni casi, scostare fino a 5 anni dall'età cronologica; in altre parole, lo sviluppo di alcuni bambini è più lento di altri, perciò gli allenatori e gli istruttori dovrebbero prestare particolare attenzione a questo dato.
Concludo sintetizzando al massimo le regole per allenare calciatori in età giovanile:
1)L'allenamento dovrebbe essere organizzato quasi interamente con la palla.
2) Sia prima che durante la pubertà l'allenamento non dovrebbe concentrarsi sugli aspetti fisici, quanto invece su quelli tecnici e su quelli che riguardano la coordinazione.
3) Alla fine della pubertà i giocatori possono cominciare anche l'allenamento aerobico e allenamento della velocità e, solo in modo limitato, l'allenamento funzionale della forza.
4) Dopo la pubertà i calciatori possono dedicarsi ai primi allenamenti di forza e resistenza muscolare alla forza.
5) Non solo i tempi della pubertà variano da bambino a bambino, ma anche gli effetti della pubertà sulle qualità calcistiche dei giocatori sono molto diversi.
Spero di essere stato chiaro, alla prossima con nuove nozioni sullo sport più bello del mondo.
R.L.
L'ALLENAMENTO DEI GIOVANI CALCIATORI
Torino 19 dicembre 2011 - Sono tanti i ragazzi che ogni anno si laureano in Scienze Motorie, di questi, alcuni prenderanno la strada del calcio svolgendo il ruolo di preparatore atletico. Lungi da me sminuire il lavoro di questi ambiziosi ragazzi che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro, io da allenatore scrupoloso, ho voluto conoscere i sistemi di allenamento del migliore preparatore atletico del mondo, non vi svelerò il suo nome, vi dico solo che non è italiano e ha lavorato nella squadra più forte d'Italia.
Girando per i vari campi sportivi ho potuto constatare con i miei occhi che molti istruttori applicano sistemi di allenamento poco redditizi, questo perchè allenare è diventato un passatempo e non una passione che nasce dal cuore.
Allenare significa porsi degli obiettivi, collettivi prima e personali dopo, la squadra prima di tutto: è importante iniziare cercando di capire pregi e difetti dei ragazzi, senza dimenticare che in questo mestiere serve una buona dose di psicologia, anche perchè difficilmente troveremo calciatori con caratteri simili. Continua..........
Girando per i vari campi sportivi ho potuto constatare con i miei occhi che molti istruttori applicano sistemi di allenamento poco redditizi, questo perchè allenare è diventato un passatempo e non una passione che nasce dal cuore.
Allenare significa porsi degli obiettivi, collettivi prima e personali dopo, la squadra prima di tutto: è importante iniziare cercando di capire pregi e difetti dei ragazzi, senza dimenticare che in questo mestiere serve una buona dose di psicologia, anche perchè difficilmente troveremo calciatori con caratteri simili. Continua..........
domenica 18 dicembre 2011
ESORDIENTI IN FINALE NEL TORNEO DI SANTA RITA
Torino 18 Dicembre 2011 - Con la vittoria di oggi contro il Barracuda, la mia squadra si qualifica per la finale del torneo di Santa Rita riservato alla categoria 2000.
Dovevamo vincere a tutti i costi per superare il turno, e tutti insieme abbiamo unito le forze cercando di mettere in campo ogni energia e una grande mentalità vincente.
L'1 a 0 finale è un risultato che ci sorride, dopo una partita giocata ad alta intensità il gol di Wodje ci proietta in finale dove il 15 di gennaio incontreremo il Madonna di Campagna.
Dopo la vittoria del campionato, i nostri ragazzi ci sorprendono ancora, e nonostante le svariate assenze per infortunio (Cella, Chipper, Giuffrida), e qualche ragazzo mandato col primo gruppo (Chinaglia), la squadra mantiene la sua solida struttura e trasforma in prestazioni positive il frutto del nostro lavoro.
Dovevamo vincere a tutti i costi per superare il turno, e tutti insieme abbiamo unito le forze cercando di mettere in campo ogni energia e una grande mentalità vincente.
L'1 a 0 finale è un risultato che ci sorride, dopo una partita giocata ad alta intensità il gol di Wodje ci proietta in finale dove il 15 di gennaio incontreremo il Madonna di Campagna.
Dopo la vittoria del campionato, i nostri ragazzi ci sorprendono ancora, e nonostante le svariate assenze per infortunio (Cella, Chipper, Giuffrida), e qualche ragazzo mandato col primo gruppo (Chinaglia), la squadra mantiene la sua solida struttura e trasforma in prestazioni positive il frutto del nostro lavoro.
ESORDIENTI IN FINALE NEL TORNEO DI SANTA RITA
Torino 18 Dicembre 2011 - Con la vittoria di oggi contro il Barracuda, la mia squadra si qualifica per la finale del torneo di Santa Rita riservato alla categoria 2000.
Dovevamo vincere a tutti i costi per superare il turno, e tutti insieme abbiamo unito le forze cercando di mettere in campo ogni energia e una grande mentalità vincente.
L'1 a 0 finale è un risultato che ci sorride, dopo una partita giocata ad alta intensità il gol di Wodje ci proietta in finale dove il 15 di gennaio incontreremo il Madonna di Campagna.
Dopo la vittoria del campionato, i nostri ragazzi ci sorprendono ancora, e nonostante le svariate assenze per infortunio (Cella, Chipper, Giuffrida), e qualche ragazzo mandato col primo gruppo (Chinaglia), la squadra mantiene la sua solida struttura e trasforma in prestazioni positive il frutto del nostro lavoro.
Dovevamo vincere a tutti i costi per superare il turno, e tutti insieme abbiamo unito le forze cercando di mettere in campo ogni energia e una grande mentalità vincente.
L'1 a 0 finale è un risultato che ci sorride, dopo una partita giocata ad alta intensità il gol di Wodje ci proietta in finale dove il 15 di gennaio incontreremo il Madonna di Campagna.
Dopo la vittoria del campionato, i nostri ragazzi ci sorprendono ancora, e nonostante le svariate assenze per infortunio (Cella, Chipper, Giuffrida), e qualche ragazzo mandato col primo gruppo (Chinaglia), la squadra mantiene la sua solida struttura e trasforma in prestazioni positive il frutto del nostro lavoro.
venerdì 16 dicembre 2011
VOGLIO UN PRESSING ASFISSIANTE
Torino 16 dicembre 2011 - Stasera vi parlerò del pressing, una tattica che se attuata nel modo giusto, può mandare in tilt la struttura dei nostri avversari.
Il pressing è un modo per riconquistare la palla, dunque è una tattica che si effettua in fase di non possesso.
Il pressing non è un modo di dire, ma è un qualcosa di ben complesso che necessita di tanti accorgimenti per essere attuato al meglio, anche un solo movimento sbagliato potrebbe vanificare tutti gli sforzi della nostra squadra.
Innanzitutto ci tengo a ribadire che la vera difesa è l'attacco, la mia squadra deve riconquistare la palla in una posizione di campo poco pericolosa, più indietreggiamo e più siamo vulnerabili.
VOGLIO UN PRESSING ASFISSIANTE
Torino 16 dicembre 2011 - Stasera vi parlerò del pressing, una tattica che se attuata nel modo giusto, può mandare in tilt la struttura dei nostri avversari.
Il pressing è un modo per riconquistare la palla, dunque è una tattica che si effettua in fase di non possesso.
Il pressing non è un modo di dire, ma è un qualcosa di ben complesso che necessita di tanti accorgimenti per essere attuato al meglio, anche un solo movimento sbagliato potrebbe vanificare tutti gli sforzi della nostra squadra.
Innanzitutto ci tengo a ribadire che la vera difesa è l'attacco, la mia squadra deve riconquistare la palla in una posizione di campo poco pericolosa, più indietreggiamo e più siamo vulnerabili.
Con qualsiasi modulo si può attuare un pressing asfissiante, ben vengano i 4-4-2, 4-3-3, 3-5-2, l'importante è avere una mentalità improntata sulla riconquista della palla.
Preferisco avere in rosa giocatori con meno qualità ma con spiccate doti fisiche, non devono mancare corsa, velocità, rapidità, cambi di direzione, e uno spirito di sacrificio non indifferente.
Il pressing deve essere organizzato e collettivo, cioè devono partecipare tutti i reparti della mia squadra in modo sincronizzato. Mi spiego meglio, se la palla è sul terzino avversario la mia squadra deve attaccare immediatamente il possessore di palla con 2 elementi, nel contempo i compagni di squadra devono restringere gli spazi e attaccare il sostegno del terzino in modo da togliergli il tempo e lo spazio di giocata e indurlo all'errore.
Ovviamente quando attuiamo questa tattica dobbiamo tenere la squadra corta ed attuare anche la tattica del fuorigioco senza imitare Zeman, altrimenti alla fine del campionato avremo la difesa più battuta del torneo, mentre il nostro obiettivo è quello di vincere subendo meno gol di tutti. Preferisco vincere 1 a 0 che 6 a 3.
Ci sono 3 tipi di pressing, offensivo, normale e difensivo, quest'ultimo è il più pericoloso e lo sconsiglio a tutti. Ovviamente la tattica del pressing si può attuare in un gioco a zona, se giocate invece con il libero evitate il pressing offensivo perchè basterà un lancio verso l'attaccante che vi taglierà in 2.
Difficilmente si potrà attuare un pressing asfissiante per 90 minuti, ma questo particolare lo risolveremo con il possesso palla, anche perchè se la palla ce l'abbiamo noi non ce l'hanno gli avversari.
E se una squadra ci pressa? Rispondo in modo scontato, dobbiamo essere veloci e giocare di prima, ma soprattutto dobbiamo muoverci senza palla in modo da togliere ogni punto di riferimento all'avversario che ci sta marcando.
R.L.
martedì 13 dicembre 2011
ALLA RICERCA DI UN MODULO
Ogni giorno leggo sui giornali che un tecnico viene giudicato dal modulo che propone e non dal lavoro quotidiano che svolge sul rettangolo di gioco. A volte si pensa che basti giocare col 4 3 3 piuttosto che col 3 5 2 per vincere una partita.
Il concetto è poco chiaro soprattutto per chi vive il calcio dalle tribune di uno stadio, si dà troppo spazio alla fantasia, e forse si disconosce che i numeri funzionano meglio al gioco del lotto che al gioco del calcio.
Innanzitutto un risultato positivo è figlio di un mix di componenti, le 2 più importanti a livello individuale sono la qualità e lo spirito di sacrificio, mentre a livello collettivo è importante avere un gruppo unito e compatto, senza queste componenti diventa davvero difficile raggiungere un risultato importante.
Senza la qualità individuale è impossibile esprimere un grande gioco di squadra, come vedete i numeri in questi fattori importanti non vengono mai menzionati.
Da come vedo io il calcio, le 2 fasi principali di una partita si distinguono in: quando hai tu la palla, e quando ce l'hanno gli avversari.
Nella prima situazione l'obiettivo e far gol, dunque si parte da un buon possesso palla per conquistare campo e andare velocemente alla conclusione, ben vengono le transizione, cioè il cosiddetto contropiede o ripartenza.
Quando la palla ce l'hanno gli avversari la mia squadra deve mettersi nelle condizioni di recuperarla prima possibile, l'obiettivo dunque è la riconquista in una zona di campo poco pericolosa, ma dato che il pressing asfissiante non è proponibile per 90 minuti, è lì che la squadra deve schierarsi in campo difendendo con tutti i suoi effettivi facendo le diagonali opportune al fine di coprire bene la porta amica.
Nel corso degli anni ho visto vincere squadre che facevano una grande fase difensiva, difendere non vuol dire schierare 6 difensori, bensì riconquistare il pallone dopo averlo perso concedendo pochi spazi agli avversari.
Quando si dice che la più grande difesa è l'attacco si dice proprio la verità, per come vedo io il calcio gli attaccanti devono essere i primi a difendere in fase di non possesso, anche perchè difendere bassi significa andare incontro a situazioni di mischie e seconde palle che a lungo andare portano al gol avversario o ad un calcio di rigore.
Successivamente spiegherò in video come bisogna effettuare al meglio la fase difensiva partendo dagli attaccanti.
Io, contrariamente al titolo, sono alla ricerca della vittoria, il modulo lo lascio a qualcun'altro.
ALLA RICERCA DI UN MODULO
lunedì 12 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
SE QUEST'UOMO E' UN ALLENATORE..........
........significa che nella vita ci vuole proprio culo.
Gli inizi: cinque promozioni in dieci stagioni
Cresce nelle giovanili della Ternana e in seguito gioca in varie squadre dilettantistiche da fantasista, finché un infortunio non gli tronca prematuramente la carriera. Inizia così, a 32 anni, la carriera di allenatore. La sua prima esperienza lo vide guidare i dilettanti del Pontevecchio di Ponte San Giovanni nel 1990, portando la squadra, in cinque campionati, dalla Prima Categoria all'Interregionale. In quegli anni, durante le partite della Pontevecchio, a bordo campo è affisso il beneaugurante striscione «Con Serse Cosmi fino a Tokyo» (all'epoca, sede della Toyota Cup, Coppa Intercontinentale per Club). Con il Pontevecchio permane per tre stagioni nell'Interregionale, chiudendo con uno storico terzo posto. In seguito Cosmi viene chiamato ad allenare l'Arezzo, ed in cinque stagioni conduce la squadra amaranto dalla Serie D alla Serie C1. Nel 1998 vince il "Seminatore d'argento".
Gli inizi: cinque promozioni in dieci stagioni
Cresce nelle giovanili della Ternana e in seguito gioca in varie squadre dilettantistiche da fantasista, finché un infortunio non gli tronca prematuramente la carriera. Inizia così, a 32 anni, la carriera di allenatore. La sua prima esperienza lo vide guidare i dilettanti del Pontevecchio di Ponte San Giovanni nel 1990, portando la squadra, in cinque campionati, dalla Prima Categoria all'Interregionale. In quegli anni, durante le partite della Pontevecchio, a bordo campo è affisso il beneaugurante striscione «Con Serse Cosmi fino a Tokyo» (all'epoca, sede della Toyota Cup, Coppa Intercontinentale per Club). Con il Pontevecchio permane per tre stagioni nell'Interregionale, chiudendo con uno storico terzo posto. In seguito Cosmi viene chiamato ad allenare l'Arezzo, ed in cinque stagioni conduce la squadra amaranto dalla Serie D alla Serie C1. Nel 1998 vince il "Seminatore d'argento".
SE QUEST'UOMO E' UN ALLENATORE..........
........significa che nella vita ci vuole proprio culo.
Gli inizi: cinque promozioni in dieci stagioni
Cresce nelle giovanili della Ternana e in seguito gioca in varie squadre dilettantistiche da fantasista, finché un infortunio non gli tronca prematuramente la carriera. Inizia così, a 32 anni, la carriera di allenatore. La sua prima esperienza lo vide guidare i dilettanti del Pontevecchio di Ponte San Giovanni nel 1990, portando la squadra, in cinque campionati, dalla Prima Categoria all'Interregionale. In quegli anni, durante le partite della Pontevecchio, a bordo campo è affisso il beneaugurante striscione «Con Serse Cosmi fino a Tokyo» (all'epoca, sede della Toyota Cup, Coppa Intercontinentale per Club). Con il Pontevecchio permane per tre stagioni nell'Interregionale, chiudendo con uno storico terzo posto. In seguito Cosmi viene chiamato ad allenare l'Arezzo, ed in cinque stagioni conduce la squadra amaranto dalla Serie D alla Serie C1. Nel 1998 vince il "Seminatore d'argento".
La ribalta a Perugia
I successi ottenuti segnalano Cosmi all'attenzione del presidente del Perugia, Luciano Gaucci, e nel 2000 Cosmi esordisce in Serie A con la squadra della propria città. Con un ingaggio di 150 milioni di lire, nel 2000 vince la Panchina d'argento. In quattro campionati sulla panchina dei Grifoni la squadra biancorossa conquista la Coppa Intertoto e si qualifica per la coppa UEFA; inoltre numerosi calciatori lanciati da Cosmi si mettono in evidenza a livello nazionale ed europeo. Il periodo in biancorosso termina con la retrocessione in Serie B nel 2004, dopo lo spareggio salvezza/promozione contro la Fiorentina. Come modulo ha utilizzato un 3-5-2: l'idea della difesa formata da tre uomini, con cui il Perugia ottenne grandi risultati, fu studiata dopo una conversazione casuale con Marco Materazzi, un componente della linea difensiva.
Nel frattempo, Serse Cosmi è diventato un personaggio noto anche al pubblico televisivo, ed appare in varie trasmissioni, sia di persona, sia nell'imitazione del comico Maurizio Crozza insieme al quale arriva a recitare in una scenetta, impersonando un ipotetico figlio di Crozza.
Gli inizi: cinque promozioni in dieci stagioni
Cresce nelle giovanili della Ternana e in seguito gioca in varie squadre dilettantistiche da fantasista, finché un infortunio non gli tronca prematuramente la carriera. Inizia così, a 32 anni, la carriera di allenatore. La sua prima esperienza lo vide guidare i dilettanti del Pontevecchio di Ponte San Giovanni nel 1990, portando la squadra, in cinque campionati, dalla Prima Categoria all'Interregionale. In quegli anni, durante le partite della Pontevecchio, a bordo campo è affisso il beneaugurante striscione «Con Serse Cosmi fino a Tokyo» (all'epoca, sede della Toyota Cup, Coppa Intercontinentale per Club). Con il Pontevecchio permane per tre stagioni nell'Interregionale, chiudendo con uno storico terzo posto. In seguito Cosmi viene chiamato ad allenare l'Arezzo, ed in cinque stagioni conduce la squadra amaranto dalla Serie D alla Serie C1. Nel 1998 vince il "Seminatore d'argento".
La ribalta a Perugia
I successi ottenuti segnalano Cosmi all'attenzione del presidente del Perugia, Luciano Gaucci, e nel 2000 Cosmi esordisce in Serie A con la squadra della propria città. Con un ingaggio di 150 milioni di lire, nel 2000 vince la Panchina d'argento. In quattro campionati sulla panchina dei Grifoni la squadra biancorossa conquista la Coppa Intertoto e si qualifica per la coppa UEFA; inoltre numerosi calciatori lanciati da Cosmi si mettono in evidenza a livello nazionale ed europeo. Il periodo in biancorosso termina con la retrocessione in Serie B nel 2004, dopo lo spareggio salvezza/promozione contro la Fiorentina. Come modulo ha utilizzato un 3-5-2: l'idea della difesa formata da tre uomini, con cui il Perugia ottenne grandi risultati, fu studiata dopo una conversazione casuale con Marco Materazzi, un componente della linea difensiva.
Nel frattempo, Serse Cosmi è diventato un personaggio noto anche al pubblico televisivo, ed appare in varie trasmissioni, sia di persona, sia nell'imitazione del comico Maurizio Crozza insieme al quale arriva a recitare in una scenetta, impersonando un ipotetico figlio di Crozza.
THE CHAMPIONS
SETTIMO-BARCANOVA 0-4
Torino 11 dicembre 2011 - Non è mai facile vincere un campionato, a qualsiasi età e in qualsiasi categoria, noi ce l'abbiamo fatta, con la vittoria di oggi sul campo di Settimo abbiamo vinto il campionato. Una grande soddisfazione per tutti, specialmente per i ragazzi che ce l'hanno messa tutta per raggiungere questo grande traguardo.
Prima della partita c'era un clima di tensione negli spogliatoi, i ragazzi erano concentrati al massimo, consapevoli dell'importanza del match: dopo il fischio d'inizio dell'arbitro la tensione è volata ed in campo è rimasta la grinta e la voglia di vincere. Dopo una bellissima prestazione il risultato finale ha sorriso alla mia squadra che ha vinto 4 a 0. Alla fine del match i ragazzi esultavano festanti all'interno dello spogliatoio per esprimere a gran voce la loro gioia.
Dopo 4 mesi di sacrifici è arrivata una grande soddisfazione, la vittoria del campionato è un simbolo che viene tatuato per sempre nel nostro cuore.
La mia piccola parte di meriti la voglio dedicare a tutti i genitori che sono stati sempre vicini alla squadra, un pensiero va anche ai dirigente Tricarico, Granato, Giuffrida e Villari.
Ma i veri protagonisti sono stati i ragazzi che voglio citare uno per uno: Amerio, Villari, Cipper, La Monaca, Cella, Carminati, Gambino, Giuffrida, Marangi, Camele, Wodje, Chinaglia, Prisco, Granato, Mennuti, Squillace.
Grazie a tutti.
THE CHAMPIONS
SETTIMO-BARCANOVA 0-4
Torino 11 dicembre 2011 - Non è mai facile vincere un campionato, a qualsiasi età e in qualsiasi categoria, noi ce l'abbiamo fatta, con la vittoria di oggi sul campo di Settimo abbiamo vinto il campionato. Una grande soddisfazione per tutti, specialmente per i ragazzi che ce l'hanno messa tutta per raggiungere questo grande traguardo.
Prima della partita c'era un clima di tensione negli spogliatoi, i ragazzi erano concentrati al massimo, consapevoli dell'importanza del match: dopo il fischio d'inizio dell'arbitro la tensione è volata ed in campo è rimasta la grinta e la voglia di vincere. Dopo una bellissima prestazione il risultato finale ha sorriso alla mia squadra che ha vinto 4 a 0. Alla fine del match i ragazzi esultavano festanti all'interno dello spogliatoio per esprimere a gran voce la loro gioia.
Dopo 4 mesi di sacrifici è arrivata una grande soddisfazione, la vittoria del campionato è un simbolo che viene tatuato per sempre nel nostro cuore.
La mia piccola parte di meriti la voglio dedicare a tutti i genitori che sono stati sempre vicini alla squadra, un pensiero va anche ai dirigente Tricarico, Granato, Giuffrida e Villari.
Ma i veri protagonisti sono stati i ragazzi che voglio citare uno per uno: Amerio, Villari, Cipper, La Monaca, Cella, Carminati, Gambino, Giuffrida, Marangi, Camele, Wodje, Chinaglia, Prisco, Granato, Mennuti, Squillace.
Grazie a tutti.
venerdì 9 dicembre 2011
IL CARATTERE ALLA BASE DI UN ALLENATORE
Facendo mente locale mi accorgo che i migliori risultati ottenuti da una squadra di calcio è direttamente proporzionale al carattere dell'allenatore. Non a caso un classico generale come Mourinho è l'allenatore più vincente al mondo.
Posso citarne molti altri, Zeman per esempio, che nonostante abbia vinto poco, sfoggia un calcio spettacolare a sua immagine e somiglianza.
Potrei parlare di Capello per finire a Hiddink passando per Van Gaal, tutti con un unico denominatore comune: il carattere forte.
Dopo questa premessa posso sintetizzare il mio pensiero su questo difficile argomento: nella mia esperienza calcistica, prima da calciatore poi da allenatore, posso dire che ogni squadra annovera calciatori poco professionali e indisciplinati che possono alterare il funzionamento di tutto il gruppo, e qui subentra l'allenatore che deve trasformarsi in psicologo cercando di sistemare la situazione senza causare troppi danni. Ma se in una società professionistica i peggiori calciatori vengono allontanati, così non succede nei dilettanti e nei settori giovanili, anche perchè la rosa è quasi sempre ristretta e bisogna fare di necessità virtù.
Spesso l'allenatore usa metodi restrittivi non graditi ai ragazzi, ma se la società odierna è liberalista, il calcio deve essere uno sport basato su regole ferree, altrimenti tutto il lavoro svolto a priori non trova riscontro sul terreno di gioco.
Dunque meglio avere calciatori meno bravi tecnicamente e volti al sacrificio, che forti ma poco propensi al lavoro, alla disciplina e alla regole che questo sport ci propina.
Posso citarne molti altri, Zeman per esempio, che nonostante abbia vinto poco, sfoggia un calcio spettacolare a sua immagine e somiglianza.
Potrei parlare di Capello per finire a Hiddink passando per Van Gaal, tutti con un unico denominatore comune: il carattere forte.
Dopo questa premessa posso sintetizzare il mio pensiero su questo difficile argomento: nella mia esperienza calcistica, prima da calciatore poi da allenatore, posso dire che ogni squadra annovera calciatori poco professionali e indisciplinati che possono alterare il funzionamento di tutto il gruppo, e qui subentra l'allenatore che deve trasformarsi in psicologo cercando di sistemare la situazione senza causare troppi danni. Ma se in una società professionistica i peggiori calciatori vengono allontanati, così non succede nei dilettanti e nei settori giovanili, anche perchè la rosa è quasi sempre ristretta e bisogna fare di necessità virtù.
Spesso l'allenatore usa metodi restrittivi non graditi ai ragazzi, ma se la società odierna è liberalista, il calcio deve essere uno sport basato su regole ferree, altrimenti tutto il lavoro svolto a priori non trova riscontro sul terreno di gioco.
Dunque meglio avere calciatori meno bravi tecnicamente e volti al sacrificio, che forti ma poco propensi al lavoro, alla disciplina e alla regole che questo sport ci propina.
IL CARATTERE ALLA BASE DI UN ALLENATORE
Facendo mente locale mi accorgo che i migliori risultati ottenuti da una squadra di calcio è direttamente proporzionale al carattere dell'allenatore. Non a caso un classico generale come Mourinho è l'allenatore più vincente al mondo.
Posso citarne molti altri, Zeman per esempio, che nonostante abbia vinto poco, sfoggia un calcio spettacolare a sua immagine e somiglianza.
Potrei parlare di Capello per finire a Hiddink passando per Van Gaal, tutti con un unico denominatore comune: il carattere forte.
Dopo questa premessa posso sintetizzare il mio pensiero su questo difficile argomento: nella mia esperienza calcistica, prima da calciatore poi da allenatore, posso dire che ogni squadra annovera calciatori poco professionali e indisciplinati che possono alterare il funzionamento di tutto il gruppo, e qui subentra l'allenatore che deve trasformarsi in psicologo cercando di sistemare la situazione senza causare troppi danni. Ma se in una società professionistica i peggiori calciatori vengono allontanati, così non succede nei dilettanti e nei settori giovanili, anche perchè la rosa è quasi sempre ristretta e bisogna fare di necessità virtù.
Spesso l'allenatore usa metodi restrittivi non graditi ai ragazzi, ma se la società odierna è liberalista, il calcio deve essere uno sport basato su regole ferree, altrimenti tutto il lavoro svolto a priori non trova riscontro sul terreno di gioco.
Dunque meglio avere calciatori meno bravi tecnicamente e volti al sacrificio, che forti ma poco propensi al lavoro, alla disciplina e alla regole che questo sport ci propina.
Posso citarne molti altri, Zeman per esempio, che nonostante abbia vinto poco, sfoggia un calcio spettacolare a sua immagine e somiglianza.
Potrei parlare di Capello per finire a Hiddink passando per Van Gaal, tutti con un unico denominatore comune: il carattere forte.
Dopo questa premessa posso sintetizzare il mio pensiero su questo difficile argomento: nella mia esperienza calcistica, prima da calciatore poi da allenatore, posso dire che ogni squadra annovera calciatori poco professionali e indisciplinati che possono alterare il funzionamento di tutto il gruppo, e qui subentra l'allenatore che deve trasformarsi in psicologo cercando di sistemare la situazione senza causare troppi danni. Ma se in una società professionistica i peggiori calciatori vengono allontanati, così non succede nei dilettanti e nei settori giovanili, anche perchè la rosa è quasi sempre ristretta e bisogna fare di necessità virtù.
Spesso l'allenatore usa metodi restrittivi non graditi ai ragazzi, ma se la società odierna è liberalista, il calcio deve essere uno sport basato su regole ferree, altrimenti tutto il lavoro svolto a priori non trova riscontro sul terreno di gioco.
Dunque meglio avere calciatori meno bravi tecnicamente e volti al sacrificio, che forti ma poco propensi al lavoro, alla disciplina e alla regole che questo sport ci propina.
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